Sono ben 49 i testi che l’ex sindaco di Gavi, Nicoletta Albano, vuole chiamare a deporre a suo favore nel processo per concussione, peculato e falso iniziato ieri, 13 luglio ad Alessandria, nel quale sono imputati anche il capo dell’ufficio tecnico Pierpaolo Bagnasco, l’ex segretaria comunale Giovanna Sutera e l’ex consigliere comunale di maggioranza Eugenio Rabbia. Ieri il giudice Gianluigi Biasci ha aperto il dibattimento e ha fissato subito una seconda udienza il 14 settembre prossimo solo per la nomina del perito che dovrà valutare le intercettazioni telefoniche e ambientali che costituiscono le prove fondamentali della concussione contestata ad Albano nei confronti di Rita Semino, sindaco fino al gennaio 2020, costretta a firmare una lettera di dimissioni dalla Albano, sua vice, nel dicembre 2019. La stessa Semino sarà ascoltata in aula insieme alla figlia e alla nipote, entrambe presenti all’incontro in municipio con Albano, all’epoca vicesindaco, durante il quale alla Semino vennero avanzate una serie di “offerte” affinché firmasse la lettera.
In quell’occasione, il colloquio sarebbe stato registrato dalla nipote della Semino e quindi portato a conoscenza dei carabinieri, che avevano anche ottenuto dal magistrato la possibilità di intercettare gli indagati. Ieri gli imputati erano assenti, così come le parti civili. Le successive udienze si terranno però tutte a partire dal settembre del 2023 e concentrate poi nella primavera nel 2024. Il pubblico ministero chiamerà a deporre 18 testi, fra cui i carabinieri che hanno svolto le indagini mentre la difesa della Albano chiamerà quest’ultima (”sarà una deposizione molto lunga”, ha assicurato il difensore) e, come si diceva, quasi 50 testi. Il processo riguarda anche il reato di peculato per Albano per 81 mila euro di spese che si è fatta rimborsare illegittimamente dal Comune e il falso per le dimissioni in massa dei consiglieri di maggioranza nel gennaio 2020, dopo il blitz dei carabinieri in municipio e a casa della Albano. Contro gli imputati si è costituito anche il Comune. Il processo non sembra essere a rischio prescrizione data la gravità dei reati.