Oltre 8 mila in tutto il Piemonte, duemila circa sul territorio alessandrino: sono i cinghiali da abbattere secondo i piani di prelievo selettivo per l’anno venatorio 2021/2022, approvati dalla Regione. Nelle ultime settimane le associazioni agricole hanno incontrato prefetto, Regione e Provincia per segnalare i danni alle colture che sarebbero in aumento rispetto al passato. Oltretutto, resta il problema del pagamento dei danni, che avviene finora con metodi discutibili, per esempio con un tetto di 25mila euro in tre anni, spesso non sufficiente. La caccia di selezione al cinghiale è stata avviata il 24 aprile. “Un primo piano selettivo – dice l’assessore Marco Protopapa – riguarda 8429 cinghiali in tutto il Piemonte, su indicazioni di Ispra, che potrà essere oggetto di successive integrazioni”. Quindi i numeri potrebbero aumentare, compresi i due esemplari da abbattere sul territorio alessandrino. Le modalità per ora saranno e stesse di sempre, non molto efficaci, così la Regione intende autorizzare altre figure a partecipare agli abbattimenti, che finora sono attuati solo da guardie venatorie provinciali, i proprietari di terreni con porto d’armi e e guardie forestali: in futuro, in base a una sentenza della Corte costituzionale, potranno partecipare anche guardie volontarie e cacciatori che abbiano una specifica formazione.

L’assessore Protopapa

In merito agli indennizzi regionali alle aziende agricole per i danni causati da fauna selvatica da luglio 2019 a oggi, ricorda la Regione, sono stati liquidati i pagamenti relativi agli anni 2016, 2017 e 2018 e a breve verranno effettuati i trasferimenti verso gli Atc relativi al 2019. Per i danni relativi all’anno 2020 si è ancora a una stima parziale. “Dall’inizio della legislatura – sostiene Protopapa – abbiamo dovuto rimediare a una cattiva gestione condotta in precedenza che ha portato a questa situazione, oltretutto aggravata da un anno di chiusura e limitazioni dell’attività venatoria dovute all’emergenza Covid. E’ indispensabile procedere prima possibile all’adeguamento della legge nazionale 157/92 per avere più potere di azione in un momento di emergenza e di massimizzare la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, cioè Province, associazioni venatorie, associazioni agricole, implementando le soluzioni da attuare. In attesa dell’avvio della attività venatoria programmata – conclude l’assessore – bisogna fare attivare tutte le azioni di contenimento e di selezione per tentare di debellare una situazione che è paragonabile a tutti gli effetti ad una calamità naturale per l’agricoltura”. Oltre alla caccia di selezione, ci sono poi gli abbattimenti previsti nella caccia tradizionale, non conteggiati nei piani.