Predosa
Venti giorni per trovare un compratore. “Chiediamo all’azienda di creare le condizioni di vendita dello stabilimento – dice il delegato Cisl, Roberto Marengo – la disponibilità dell’azienda è una condizione imprescindibile per evitare la chiusura dello stabilimento 3M ex Grafoplast di Predosa e tentare soluzioni di continuità per 43 dipendenti”. Al contempo i rappresentanti sindacali Roberto Marengo Femca Cisl, Marco Sali Filctem Cgil, Elio Bricola Uiltec, che ieri pomeriggio a Palazzo Ghilini insieme alle Rappresentanze sindacali unitarie con un gruppo di lavoratori hanno incontrato alcuni responsabili della società innanzi al Prefetto, Romilda Tafuri, chiedono un accordo per limitare l’impatto sociale. L’incontro è stato chiesto a tamburo battente dalle organizzazioni sindacali, per sensibilizzare le istituzioni sull’improvvisa decisione della multinazionale 3M Corporation con sede negli Usa di abbandonare la produzione di segnafili elettrici in Europa. Lo stabilimento di Predosa è leader in questo settore. “Siamo consapevoli del fatto che l’unità produttiva di Predosa sia una goccia nel mare del business di 3 M nel mondo – dice Marengo – tuttavia bisogna esplorare tutte le possibilità per andare avanti, anche attraverso la ricerca di nuovi soci finanziatori”.
I lavoratori, che ieri hanno preferito attendere fiduciosi l’esito dell’incontro, prima di agitare presidi e proteste, sono i primi a crederci. “Da circa trent’anni quest’azienda è conosciuta a livello nazionale ed europeo per la qualità e la sicurezza del prodotto, la linea principale è rappresentata dai segnafili elettrici per impianti telefonici ed elettrici, ma nel volume di lavoro ci sono altri componenti. In Italia lavoriamo per Enel, esportiamo in Francia e Germania. Per noi è inaccettabile fermare la produzione: stiamo parlando di una fabbrica in attivo”.
Silvano d'Orba
Invece alla Sapsa Bedding di Silvano d’Orba, l’azienda leader nella produzione di materassi l’agonia è lenta. I primi problemi risalgono a 8 anni fa e si sono acutizzati negli ultimi due.
L’udienza per l’apertura della procedura di fallimento è rinviata al 5 luglio. “Nel frattempo la nuova società Ibb sta preparando una proposta di affitto di un altro settore dello stabilimento per continuare la produzione in lattice, che si tradurrebbe nella riassunzione di alcuni lavoratori”, spiega Marengo della Femca Cisl. Se in futuro Ibb facesse altre assunzioni, dovrebbe attingere fra gli ex dipendenti Sapsa. Alla proclamazione del fallimento sarà interrotta la cassa integrazione, scatterà la procedura Naspi, ex mobilità per circa 80 lavoratori.