Nicoletta Albano con Pierpaolo Bagnasco

Nicoletta Albano sarà processata e con lei due pilastri del “sistema” con cui ha governato Gavi per decenni, il capo dell’ufficio tecnico Pier Paolo Bagnasco e l’ex segretaria comunale Giovanna Sutera, e un ex consigliere comunale, Eugenio Rabbia. L’attuale esponente dell’opposizione è stata infatti rinviata a giudizio per i reati di concussione e peculato dal Gup di Alessandria e nel dibattimento, al via dal 13 luglio 2022, sarà difesa dagli avvocati Alfredo Pietrini Pallotta di Tortona e Roberto Borgogno, legale dello studio Coppi di Roma, al quale si era affidato anche l’ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti insieme ad altri imputati eccellenti a livello nazionale. L’ex sindaco di Gavi, nonostante le prove emerse contro di lei tra intercettazioni ambientali e documenti, ha optato per il rito ordinario, con udienze pubbliche e nessuno degli sconti di pena previsti dai riti alternativi, come il patteggiamento. Non si sa se la scelta sia dovuta alla volontà di affrontare nel merito ogni accusa o per puntare piuttosto sui tempi della giustizia e sull’eventuale prescrizione, fatto sta che dal 13 luglio si aprirà la sfida legale con il Comune che ha governato per venticinque anni, costituito parte civile con l’avvocato Piero Monti, e con Rita Semino, per due mandati in maggioranza con Albano, nel secondo addirittura come sindaco, che alla fine del 2019, precisamente il 29 dicembre, ha “incastrato” Albano registrando la richiesta di dimettersi da primo cittadino.

Albano con Giovanna Sutera

In quelle frasi, secondo quanto riportato gli atti che hanno portato al rinvio a giudizio, Albano prima ha cercato di “comprarsi” le dimissioni della Semino proponendole 10 mila euro, proposta che venne rifiutata, così come l’assunzione della nipote nell’organico del Comune “tramite l’organizzazione di un concorso pilotato”, come ha scritto la Procura nella richiesta di rinvio a giudizio. Quel 29 dicembre Semino venne costretta a firmare una lettera di dimissioni che sarebbe stata protocollata solo dopo l’arrivo del certificato medico necessario a provare che Semino si dimetteva per motivi di salute e quindi per incapacità nel proseguire il mandato, lasciando quindi il Comune in mano alla vice, cioè Albano, fino al voto previsto nella primavera del 2020. Semino non si fece però mai visitare nonostante le ripetute richieste di Albano.

Nicoletta Albano (a sinistra) e Rita Semino in Consiglio comunale

Il 23 gennaio 2020 i carabinieri perquisirono il municipio e Villa Fernanda, casa della Albano, e lì trovarono le dimissioni firmate con il numero di protocollo lasciato in bianco, in attesa del certificato. Semino è parte civile con l’avvocato Guido Chiarloni di Milano. Questo per quanto riguarda l’accusa di concussione. Poi c’è il filone del peculato: Albano, secondo l’accusa, si è fatta rimborsare illecitamente dal Comune spese che nulla hanno a che fare con il suo ruolo istituzionale prima come sindaco e poi come vice, tra il 2011 e il 2019. I carabinieri, nell’agosto del 2020, le sequestrarono prima 33 mila euro poi altri 48 mila: era le somme spese, tra l’altro, per viaggi all’estero, cene e per l’acquisto di zanzariere e scope elettriche. Giovanna Sutera è accusata di favoreggiamento delle concussione per non aver raccontato quanto sapeva ai carabinieri che l’hanno interrogata il 23 gennaio 2020 e anche di falsità materiale e falsità ideologica, in concorso con Albano e con l’allora consigliere comunale Rabbia in merito a una seduta della Commissione elettorale”. Bagnasco, sindaco a Stazzano, è accusato anch’egli di favoreggiamento per la vicenda delle dimissioni e di concorso in falsità ideologica con Albano e Sutera per l’attestazione delle dimissioni dei consiglieri di maggioranza, presentate il 24 gennaio per far decadere la Semino.