Facendo le dovute proporzioni, è come se ad Acqui Terme si fosse “spenta” la Bollente. Pratolungo, frazione di Gavi, aveva la sua fontana per antonomasia, il Canain, proprio in fondo alla vallata. In un bosco sulla riva del Neirone, nel tratto più a monte, si trova questo luogo quasi magico, con la fonte sovrastata da un albero secolare. Generazioni di contadini e chissà quanti capi di bestiame si sono abbeverati qui. Da qualche anno la fonte è stata segnalata come tappa del sentiero escursionistico 299 proprio per non perderne la memoria ma, purtroppo, da diverse settimane, chi va sul posto trova la fonte completamente asciutta: dalla roccia non sgorga neppure una goccia d’acqua. Sarà la siccità pesante che ha colpito tutta la provincia ormai da mesi, viene da pensare, e magari con la pioggia di questi giorni la situazione potrebbe tornare alla normalità. Chi abita a Pratolungo e conosce il comportamento della fonte non la pensa così e addebita alla mano dell’uomo la “morte”, speriamo solo temporanea, del Canain.
“Questa fonte – dice Mauro Carbone – ha almeno trecento anni, è un simbolo della storia di Pratolungo e non hai smesso di sgorgare acqua. C’è il timore che la causa non sia la carenza di precipitazioni ma ben altro”. Lo scorso anno un’azienda incaricata dal Cociv ha infatti eseguito un carotaggio nel terreno poco più a monte della fonte. Sotto la montagna, infatti, deve passare il tunnel principale del Terzo valico. Lo scavo della galleria è già stato avviato da Radimero di Arquata verso Genova passando proprio a Pratolungo e avanza lentamente. Il timore principale di questo maxi intervento, oltre al rischio amianto, è la distruzione delle sorgenti e delle fonti, come è avvenuto in maniera massiccia nel Mugello, in Toscana, per la costruzione della linea ad alta velocità Firenze-Bologna. Senz’altro verranno distrutte le sorgenti di Sottovalle e sono a rischio quelle di Rigoroso e Borlasca, che alimentano gli acquedotti di Arquata e della rete idrica novese, compresa Pratolungo. Per Sottovalle si sta costruendo un acquedotto alternativo.
Poi ci sono le sorgenti di innumerevoli piccoli corsi d’acqua, fra cui lo stesso Neirone, e appunto, il Canain. “Il Cociv – dice ancora Carbone – mi aveva chiesto il permesso di effettuare il carotaggio nel mio terreno a ridosso della fonte ma io mi sono opposto proprio perché temevo il peggio. Lo hanno fatto poco lontano. Guarda caso, l’acqua non esce più dal Canain ma sgorga dal punto dove è stato fatto lo scavo, diventato una pozza di fango ideale per i cinghiali”. Anche la famiglia Montecucco, che abita nella casa più vicina alla fonte, la pensa allo stesso modo: “I geologi del Cociv che sono venuti qui hanno detto che la perdita del Canain era possibile. Noi l’abbiamo sempre bevuta ma dopo il carotaggio nel Neirone è comparsa della schiuma. I tecnici del consorzio e dell’Arpa hanno fatto diversi controlli e ci hanno detto di non bere l’acqua della fonte che poi, di recente, è proprio sparita. Nella zona, oltretutto, spesso si sente un forte odore di idrocarburi, proveniente proprio da Radimero, in concomitanza del quale compare una leggera nebbiolina”. La perdita del Canain, se confermata, potrebbe essere solo un piccolo assaggio di quello che potrebbe succedere a Pratolungo grazie al Terzo valico nel caso le previsioni più fosche sulle sorgenti si avverino.
solo un piccolo appunto, una volta essiteva il cartello indicatore della fonte, ma il nome indicato era “Fonte Canaein” e non “Canain” come da voi riportatato.
Se serve posso inviare le foto con tutti i dettagli anche della fonte.
Saluti e scusate per lo pseudonimo , ormai lo uso da più di 20 anni.