Al Teatro Giacometti uno spettacolo per ricordare don Puglisi ucciso dalla mafia 30 anni fa.

Serata benefica a sostegno di Cascina Saetta, il primo bene confiscato alla mafia in Provincia.

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Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56°compleanno, don Giuseppe Puglisi (Pino) fu ucciso dalla mafia con un colpo di pistola alla nuca perché, sottraendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento di Cosa Nostra.

A trent’anni dalla sua morte, il presidio novese di Libera e l’Associazione Parcival, che gestisce Cascina Saetta, il primo bene confiscato alla mafia in Provincia di Alessandria, hanno organizzato una rappresentazione teatrale che andrà in scena al Teatro Giacometti di Novi Ligure, mercoledì 13 dicembre alle 21.

U Parrinu”. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia” è il titolo dello spettacolo scritto  e interpretato da Christian Di Domenico. L’autore/attore ha conosciuto personalmente don Pino Puglisi grazie a sua madre, siciliana, che ha avuto don Puglisi come guida spirituale, confessore, insegnante di religione e amico, fin dai tempi del collegio. È stato lo stesso Don Pino a sposare i genitori di Christian.

Con questo spettacolo teatrale Christian Di Domenico ci racconta di Don Pino, dell’amico di famiglia, dell’uomo di Chiesa, del maestro di scuola. Un uomo che aveva imparato a perdonare in punto di morte, la violenza di chi già gli puntava la pistola alla nuca. Un uomo che era sicuro che il perdono, con l’esempio e il racconto, potesse essere insegnato.

Il presidio novese di Libera e l’associazione Parcival, che gestisce Cascina Saetta a Donna (Bosco Marengo), il primo bene confiscato alla mafia e restituito all’utilizzo sociale in Provincia di Alessandria, hanno deciso di offrire alla cittadinanza questo spettacolo, che il giorno successivo, sullo stesso palco sarà replicato per i ragazzi dell’Itis Ciampini che partecipano al Progetto Legalità avviato da tre anni presso la scuola, dalle insegnanti Valentina Avvento e Monica Oreggia.

La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Novi Ligure e del Comune di Bosco Marengo. Le offerte della serata saranno devolute al sostentamento di Cascina Saetta.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per saperne di più.

Don Pino Puglisi. (Palermo, 15 settembre 1937 – Palermo, 15 settembre 1993) è stato un sacerdote ucciso da Cosa Nostra nel giorno del suo 56° compleanno. Figlio di un calzolaio e di una sarta, entrò in seminario nel 1953 e venne ordinato sacerdote nel 1960.

Il 19 settembre 1990 torna a Brancaccio (Palermo) nella parrocchia di San Gaetano, in un quartiere posto sotto il dominio mafioso, il “regno” dei fratelli Graviano. Un quartiere difficile, dove vive anche “il papa”, Michele Greco. Lo sa anche don Pino che come sempre ci scherzava su: “Sono l’unico sacerdote ad avere due papi. Uno a Roma, l’altro a Brancaccio”.

Un prete che faceva il proprio lavoro in una Chiesa che è sempre stata dura con il peccato e tollerante con il peccatore. Cercava di educare i ragazzi al rispetto delle regole. Riuscì a mettere in discussione persino le tradizioni, prima fra tutte la processione di San Gaetano, che si era sempre fermata davanti al balcone del boss, per omaggiarlo. Rifiutava i soldi dei boss. Era un prete “povero” e “libero”.

Don Pino Puglisi venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, sotto la sua abitazione, a Palermo. Ucciso in piazza Anita Garibaldi con colpo di pistola alla nuca. Salvatore Grigoli, il killer, raccontò così quella sera: «L’avvistammo in una cabina telefonica mentre eravamo in macchina. Andammo a prendere l’arma. Toccava a me. Ero io quello che sparava. Spatuzza gli tolse il borsello, e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: “me l’aspettavo”. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso. C’era una specie di luce in quel sorriso».