La storia di Anna Ponte raccontata ai bambini delle scuole anche attraverso una maglietta. È successo a Isoverde, nel territorio di Campomorone (Genova), dove l’Associazione Memoria della Benedicta ha fatto conoscere agli alunni la vicenda della loro compaesana, scomparsa nel 2020, originaria di Capanne di Marcarolo. Anna nel 1944 abitava alla Cascina Porassa, nella frazione di Bosio, dove aiutava i partigiani che stavano alla cascina Menta facendo loro le tagliatelle. Per festeggiare San Giuseppe, il 19 marzo la ragazza impastò 18 sfoglie di pasta a mano per quei ragazzi affamati saliti sui monti per sfuggire ai bandi di Salò. Poche settimane dopo ebbe inizio il tragico rastrellamento nazifascita della Pasqua 1944 che portò all’eccidio della Benedicta. Anche la famiglia della ragazza rimase coinvolta. Uno dei suoi fratelli, Giovanni, tornato dalla Russia, aveva aderito alla Resistenza: venne ucciso dai tedeschi davanti alla cascina. Anna venne accusata da una spia di aver fatto le tagliatelle per i “ribelli”. Prima fu costretta a scavare per recuperare i cadaveri di due tedeschi uccisi dai partigiani, secondo i nazifascisti, poi fu deportata con un altro fratello a Genova. Lei finì nella famigerata Casa dello Studente, luogo simbolo delle torture della Gestapo. Lì Anna rimase per cinque giorni in piedi, in una stanza larga un metro per un metro, al freddo, per costringerla a rivelare non si sa che cosa. Poi per due mesi fu incarcerata Marassi. Al suo ritorno a Capanne, ritrovò la sua cascina saccheggiata. Una vicenda raccontata per la prima volta da Gianni Repetto nel libro “Due storie partigiane”. Nella scuola di Isoverde, per raccontare questa storia di Resistenza, era presente anche il figlio di Anna, Gianpiero, insieme ai rappresentanti della sezione Anpi del paese. Gli alunni hanno ricevuto in regola le magliette con l’immagine della mano di Anna che impasta, opera realizzata dall’artista Setsuko.