Sin dall’estate del 2019 Albano chiese di intervenire su Alice Zunino all’amministratore della catena di supermercati Gulliver per “pilotare il sindaco Rita Semino perché si era montana la testa”. È quanto è emerso dall’udienza di ieri, 6 marzo, del processo per concussione, peculato e falso ai danni dell’ex sindaco e vicesindaco di Gavi, Nicoletta Albano. Il teste più importante è stato Pietro Lugano, presidente e amministratore della Alfi, società che gestisce la catena di supermercati, il quale ha confermato la tesi dell’accusa, cioè il tentativo della Albano di mettere in atto una ritorsione nei confronti della Semino, rea di non essersi fatta visitare da un medico che avrebbe dovuto attestare la sua inidoneità a restare in carica. “Nel gennaio del 2020 – ha detto in sostanza Lugano – sono stato contattato al telefono dal geometra Pierpaolo Bagnasco (capo dell’ufficio tecnico, accusato, tra l’altro, di favoreggiamento nella concussione ai danni della Semino, ndr), il quale, dopo alcuni convenevoli, mi ha passato la Albano. Mi chiesero di incontrarci al Green Bar di Tortona. Pensavo volessero parlare della richiesta di ristrutturazione del nostro punto vendita di località Valle, a Gavi, presentata al Comune. Invece, parlammo soprattutto della richiesta della Albano di licenziare la nostra dipendente Alice Zunino”. E’ la nipote della Semino, alle dipendenze della Gulliver, come ha spiegato Lugano, dal 2014 al 2023. “Io ho risposto che non era possibile – ha continuato Lugano – e infatti Alice Zunino è rimasta con noi fino alla fine del 2023. Era una dipendente che non ha mai dato alcun problema”. Perché Albano le fece questa richiesta, ha chiesto il pm Fabrizio Bruzzone. “Lei mi disse – ha aggiunto Lugano – che c’erano difficoltà nella conduzione del Comune, c’erano attriti con la Semino. Al mio no Albano ha chiesto in alternativa di trasferire lontano la Zunino per crearle problemi”. È stata la prima volta che Albano le fece quella richiesta, ha chiesto ancora il pm. Lugano inizialmente ha risposto di sì, poi ha però confermato quanto dichiarato ai carabinieri nell’interrogatorio del 14 febbraio 2020: “Già in estate mi aveva fatto cenno a ritorsioni nei confronti della Semino”. Quindi, molti mesi prima della firma delle dimissioni imposta, secondo l’accusa, alla Semino nel dicembre 2019 da Albano. Come ha ricordato l’avvocato Monti, legale del Comune di Gavi, parte civile, Lugano nel febbraio 2020 disse ai carabinieri che Albano voleva “pilotare le Semino, che si era montata la testa”. Rispondendo all’avvocato Cormaio, difensore di Bagnasco, Lugano ha detto che al Green Bar della questione Zunino parlò solo Albano, “molto nervosa, si vedeva che ci teneva”. L’amministratore della Gulliver non ha ricordato se il capo dell’ufficio tecnico sia rimasto al tavolo ad ascoltare la conversazione o sia uscito per una telefonata. Senz’altro, andò alla cassa a pagare per tutti, su richiesta della Albano.
“Alice Zunino va licenziata per pilotare la Semino, che si è montata la testa”.
La richiesta di Nicoletta Albano all’amministratore della catena Gulliver confermata in tribunale ad Alessandria nel processo per concussione. Contatti fra i due già nell’estate del 2019