In occasione degli 80 anni della battaglia di Garbagna, domenica 16 marzo andrà in scena a Garbagna lo spettacolo “Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”, presso l’area dietro la biblioteca. Alle 10,30 l’atto unico di Gianni Repetto, autore e interprete insieme a Silvana Vigevani e Roberto Pochettini, con le musiche di Luca Bucchioni (fisarmonica e canto), Paolo Murchio (chitarra e canto) e Dino Repetto (clarinetto). Gli effetti sonori e i rumori di scena saranno curati da Tomaso Marchelli. 
Il lavoro teatrale racconta la battaglia partigiana di Garbagna del 14 marzo 1945, quando un contingente di circa centosessanta uomini tra Brigate Nere e tedeschi, partendo da Brignano Frascata, fece una puntata su Garbagna passando per Polverola. “È la cronaca – racconta Repetto – di una “giornata particolare” durante la quale quel tentativo di violare una zona che era ormai da tempo sotto controllo partigiano rischiò di trasformarsi in tragedia”. Circondati dai vari distaccamenti partigiani appostati sulle colline attorno al paese, Brigate Nere e tedeschi tentarono di rompere l’assedio e di dirigersi verso Tortona facendosi scudo della popolazione, donne, uomini, vecchi e bambini.
Intercettati e respinti dai partigiani, si rifugiarono in due case all’entrata del paese e, vista poi l’impossibilità di rompere l’accerchiamento, si arresero esponendo da una finestra una bandiera bianca.
Alla fine il computo delle vittime fu limitato rispetto a quello che poteva accadere: due civili morti, un uomo e una donna, colpiti sul campanile della chiesa parrocchiale perché scambiati per fascisti, tre delle Brigate Nere e un solo partigiano, “Argo”. “Un costo umano, dunque – aggiunge l’autore -, fisiologicamente basso, ma che, dal punto di vista dei singoli caduti, era tragico e assoluto, la catastrofe della loro esistenza. Perché, come sosteneva Renato Serra, intellettuale interventista poi pentito e caduto nella Grande Guerra, “Il bene degli altri, di quelli che restano, non compensa il male, abbandonato senza rimedio all’eternità”.
Gianni Repetto
Due civili, vittime sacrificali collaterali, che si sono trovati nel posto e nel momento sbagliati, tragico destino imperscrutabile e irrimediabile, e poi, sempre usando il linguaggio di Serra, tre “oppressori – è difficile capire quanto consapevoli o improvvisati – abbassati” e un “oppresso”, “Argo”, che entra nell’Olimpo degli eroi contro la sua stessa volontà. E sì, perché i veri eroi non sono coloro che vanno “a cercar la bella morte”, che vogliono “vivere pericolosamente” e riempirsi di gloria guerriera, ma coloro che sono costretti a fare gli eroi in determinate situazioni della Storia.
Come del resto anche gli eroi omerici e il grande Cincinnato romano, nominato dittatore mentre stava arando un campo, che non sono guerrieri di professione, ma pastori e agricoltori di quella nobiltà di campagna che non esita a lasciare i suoi impegni di lavoro e a combattere quando la libertà della propria terra è a rischio. Questo fecero i partigiani allora – di varia condizione sociale, operai, contadini, artigiani, impiegati, insegnanti e imprenditori – così come mi disse anni fa uno di loro: “Noi non volevamo fare ciò che abbiamo fatto. Volevamo una vita normale, piena di affetti e di sentimenti. Di lavoro, di feste, di sogni. Non volevamo fare gli eroi, e tanto meno i martiri. Ci hanno costretti. Per essere uomini, uomini liberi. Questo è il vero senso del nostro sacrificio”.
E con questo spirito – conclude Gianni Repetto – che verrà raccontata la battaglia di Garbagna, con umana pietà per tutte le vittime, ma con la convinzione che la scelta di quei ragazzi che allora si ribellarono al fascismo ebbe un ruolo determinante affinché l’Italia diventasse un paese libero e democratico”.
Lo spettacolo è organizzato dall’associazione Librinscena di Garbagna.