Bosco Marengo: al via a breve la bonifica dei bidoni interrati nell’ex Fn.

Scoperti cinque anni fa nell’area dell’ex stabilimento nucleare a cinque metri di profondità

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La ex Fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo

Saranno rimossi a breve i bidoni rinvenuti cinque anni fa all’interno dell’area della ex Fabbricazioni nucleari, a Bosco Marengo. Il sito dove si produceva combustibile per le centrali nucleari è in corso di smantellamento da parte della Sogin. Nel 2014 la notizia della scoperta dei bidoni a una profondità di cinque metri fece temere la presenza di materiale radioattivo occultato, in particolare per il Cesio 137, altamente pericoloso, ipotesi scongiurata dalle analisi effettuate dall’Arpa. Le indagini hanno interessato circa 20 mila metri quadrati di terreno, dentro il perimetro dell’impianto, precisamente nella cosiddetta Area di rispetto del sito, al di fuori dell’Area vitale in cui erano presenti gli impianti nucleari. La bonifica interesserà circa 14 mila metri quadri per riportare alla luce i contenitori metallici, che dovrebbero avere al loro interno, secondo la Sogin, metalli e plastiche di varia natura.

La ex Fn di Bosco Marengo

Saranno movimentati circa 40 mila metri cubi di terreno in base al Piano operativo per la caratterizzazione radiologica e la bonifica che la Sogin ha sottoposto all’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente (Ispra) e all’Arpa. Il piano è stato redatto dalla Sogin nel 2015. “La rimozione dei materiali interrati – spiega la Sogin – è stata già pianificata e l’iter autorizzativo è in fase di conclusione. Non appena saranno ottenute le autorizzazioni prescritte dalla normativa nucleare ed ambientale potranno iniziare le attività volte al completamento della bonifica dell’area”. I bidoni non sono legati all’attività della Sogin, avviata intorno al 2000. La società pubblica che sta smantellando il sito nucleare sostiene che i materiali interrati siano da attribuire “all’esercizio e alla pregressa gestione dell’impianto”. La fabbrica era legata all’Enea.