Da qualche giorno cinque donne originarie della Nigeria sono alloggiate dalla cooperativa Idee Solidali, che ha 41 rifugiati in città e un centinaio in vari comuni dall’Ovadese a Tortona. Il primo gruppo femminile da lunedì frequenterà il corso pilota di taglio e cucito insieme ad altri connazionali.
Con l’ennesimo arrivo a Ovada, dove operano tre cooperative oltre al Consorzio Servizi Sociali, il totale è di quasi cento rifugiati di varie etnie, distribuiti in più alloggi nel centro abitato. “Non era prevista un’altra sede, ma in Prefettura si è presentata un’emergenza” – spiega il responsabile di Idee Solidalli, Luigi Rigamonti. “L’emergenza è diventata normalità e la normalità viene affrontata come emergenza – dice l’assessore alle Politiche Sociali, Simone Subrero – La Prefettura è la massima autorità, ma non è accettabile la mancanza di dialogo delle Cooperative nei confronti del Comune. Non basta il resoconto periodico sui numeri, è necessario essere informati in tempo reale sui flussi di persone, chiederemo un confronto”.
Anche i progetti di integrazione si espandono. Il primo corso di sartoria dal 14 al 24 agosto inaugurerà il Centro Incontri dei rifugiati, realizzato da Idee Solidali Onlus in via Voltri. Sarà tenuto dalla maestra ucraina, Katerina Vorona. Il corso è organizzato insieme alla Cooperativa Aps Social Domus: “Ci siamo ispirati – dice la responsabile di Aps Social Domus, Anna Pagella – al progetto Filo d’Arianna di Alessandria, per valorizzare l’attitudine al taglio e cucito, nei paesi d’origine molti rifugiati lavorano come sarti”. “Però non conoscono tessuti e modelli europei– spiega l’educatrice di Idee Solidali, Serena Aventaggiato, che sta definendo gli orari – In base al riscontro, a settembre struttureremo l’attività”.
La situazione si evolve anche nei comuni più piccoli. Una settimana fa il primo arrivo di 10 Nordafricani dal Mali e dal Sengal ha segnato la svolta a Parodi Ligure, meno di 700 abitanti, qualche giorno prima 6 nordafricani sono approdati a Prasco, che convive già con 12 pakistani, sistemati a maggio in una cascina di Cremolino. Piccoli numeri in continua espansione, dopo l’assegnazione a giugno di altri cinque Pakistani a San Giacomo di Rocca Grimalda e 5 rifugiati provenienti dalla Libia a Predosa.