Tre associazioni, Comitato per il territorio delle Quattro Province, Legambiente Val Lemme e Cai di Novi Ligure, lanciano un appello per la tutela degli alberi della collina novese dopo le segnalazioni arrivate sulla “potatura” avvenuta ai danni delle querce cresciute lungo la strada del Castellone e il Sentiero dei muli, nel territorio di Novi Ligure. “Un’insensata operazione di “potatura” scriteriata, priva di ogni necessità e criterio scientifico, sta mettendo a serio rischio i valori naturalistici e paesaggistici della collina di Novi. Come molti frequentatori della collina novese hanno potuto constatare, è da qualche tempo in atto un’operazione sistematica di “potatura” delle querce che bordeggiano la strada del Castellone e il cosiddetto Sentiero dei muli. In realtà tecnicamente non si tratta affatto di potature, ma di rimozioni pressoché complete della chioma, ossia interventi deleteri che snaturano gravemente l’equilibrio vegetativo dell’albero interessato, la bellezza del suo portamento, e ne pongono a serio rischio la salute esponendolo all’aggressione di parassiti come sostenuto dalla letteratura scientifica più qualificata in materia. Inoltre, riducendo l’albero a una sorta di lugubre candelabro, se ne compromette la funzione di habitat per uccelli e scoiattoli. Il territorio collinare tra Novi Ligure e Gavi, comprese la Regione Montebello e l’area agreste di Tassarolo, presenta preziose caratteristiche di naturalità e bellezza che meriterebbero una qualche forma di tutela.

Non ancora snaturato dall’agricoltura intensiva, tale territorio collinare conserva diversificate porzioni di superfici boscate a tratti di alto valore ecologico nonché, a delimitare i campi e lungo strade e stradine, un significativo patrimonio di alberi vetusti, siepi spontanee e alberature spondali che, oltre ad ospitare una ricchissima biodiversità (poco conosciuta e da valorizzare!), sono elementi fondanti nella definizione del paesaggio. Tale patrimonio, incredibilmente, viene costantemente intaccato con indefesso accanimento. Non passa infatti settimana, come i sempre più numerosi frequentatori devono con sgomento constatare, che non ci si imbatta in una quercia capitozzata (ovvero vandalizzata), in una siepe rimossa o “potata” fuori misura e senza criterio, in una riva insensatamente “ripulita”. Interventi questi, sottolineiamo in virtù della nostra competenza, quasi sempre immotivati e anzi deleteri e controproducenti. Si dà il caso tuttavia che siano molteplici e profonde le ragioni ecologiche, culturali, sociali, sanitarie e financo economiche, oltre che naturalmente estetiche e spirituali, per le quali noi dovremmo con tutte le nostre forze conservare, curare e implementare questi elementi naturalistici e paesaggistici.

Sono essi gli elementi che configurano quel fondamentale collante del vivere civile che è l’identità di un luogo, e un’amministrazione illuminata ci pare abbia il dovere di predisporre un piano di tutela, (anche con un lavoro culturale di sensibilizzazione, per il quale ci rendiamo disponibili) , che individui, censisca, preservi e valorizzi tale patrimonio. Per giunta, riteniamo non sia pensabile, anche dal punto di vista di una strategia di sviluppo economico, puntare solo su Outlet, relais e golf, ma che dovremmo imparare anche noi, come ad esempio in Toscana da tempo hanno fatto, che un territorio che mantenga autenticità e bellezza, tutelato e gestito con lungimiranza secondo moderni criteri ecologici e paesaggisti, è un valore aggiunto fondamentale se si intende attrarre un turismo ormai sempre più attento alla sostenibilità e ai valori ecologici”.