Durante l’alluvione del 2014 furono numerose la abitazioni del rione di Monserito, a Gavi, che furono fatte sgomberare dal Comune per il pericolo di frane dal versante del Forte, dopo che un grosso movimento di terra si era abbattuto sulla parte più antica del paese e una decine di fronti si erano aperti tra ottobre e novembre di quattro anni fa a causa delle precipitazioni intense. Nei mesi successivi il Comune fece realizzare una serie di interventi che misero in sicurezza quasi tutto il rione tranne una decina di abitazioni tra via Circonvallazione Porta Genova, via Monserito, via Mazzini e via Archivolto San Marco. Questo perché mancavano e mancano i lavori di regimazione delle acque sull’intero versante: il Comune aveva presentato allo Stato una richiesta di contributo per un progetto da 5,7 milioni, rimasto però lettera morta. Così, con l’ordinanza numero 13 dell’aprile 2015, firmata dall’allora sindaco Nicoletta Albano, stabiliva la revoca parziale delle ordinanze di inagibilità degli edifici emanate l’anno prima, salvo “il verificarsi del livello di criticità 2 o superiore” stabilito dall’Arpa: in quel caso le abitazioni sarebbero tornate inagibili per il rischio frane e i residenti avrebbero dovuto lasciarle.

La frana caduta dal Forte sul Monserito nel 2014

Un provvedimento mai revocato proprio perché i lavori sulla regimazione delle acque sul versante a monte di Monserito non sono stati eseguiti. Da domenica fino a mercoledì è però scattata l’allerta arancione 2, citata nell’ordinanza a causa della nuova ondata di maltempo ma nessuno ha avvisato gli abitanti delle case interessate dall’ordinanza. Massimo Gualco, che abita nella casa del rione più vicina al Forte, dice: “Nonostante l’allerta arancione dei giorni scorsi nessuno si è fatto vivo dal Comune né l’ordinanza del 2015 risulta revocata poiché gli interventi necessari alla canalizzazione delle acque dal versante non sono stati eseguiti. In Comune, dove ho chiesto chiarimenti, mi è stato detto che l’allerta 2 era “moderata” ma nell’ordinanza non si cita nulla del genere: basta questo tipo di allerta per far scattare il provvedimento. Altrimenti, l’ordinanza va modificata”. Il vicesindaco Nicoletta Albano spiega: “I tecnici del Comune hanno monitorato la situazione e hanno ritenuto che non ci fossero elementi tali da giustificare questo tipo di allerta. La situazione era in continuo monitoraggio e teniamo anche presente che adesso vige il sistema dei colori e non dei numeri. I tecnici – conclude Albano – sono funzionari e responsabili di Protezione Civile, deputati a valutare le criticità sul territorio”.