E’ fondamentale agire tempestivamente perché i cinghiali, attualmente nei boschi, causa la stagione e la mancanza di cibo scenderanno inevitabilmente nelle zone di pianura propagando potenzialmente il virus”. Lo sostiene il Gruppo Interregionale Squadre da Cinghiale (Gisc), creato tra circa 2800 cacciatori che compongono 85 squadre organizzate di cinghialisti delle provincie di Alessandria, Genova e Savona. Da subito i cacciatori avevano annunciato che non avrebbero partecipato agli abbattimenti dei cinghiali previsti per contrastare la peste suina africana (Psa) poiché il ministero della Salute ha previsto solo la caccia di selezione, cioè di un solo cacciatore armato di carabina, e vietato l’impiego dei cani. _Stop alla braccata per evitare lo spostamento dei cinghiali sul territorio. La caccia di selezione, secondo il Gisc, non darà gli effetti sperati. Lo dicono i numeri citati dai cinghialisti: nell’ultima stagione venatoria per i tre Atc dell’area di circolazione del virus abbattuti 240 capi con la caccia di selezione contro i 5800 capi abbattuti con la caccia tradizionale.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, la scorsa settimana ha firmato l’ordinanza che avvia gli abbattimenti dei cinghiali nella zona infetta e nelle aree limitrofe applicando la caccia di selezione, anche di notte, e l’uso delle gabbie, consentendo anche agli agricoltori di prendere parte agli interventi sui cinghiali. Il Gisc ritiene l’ordinanza insufficiente e per questo ha proposto alla Regione un protocollo che prevede, tra l’altro, squadre composte da personale esperto, coordinate da un referente che dovrà formare i cacciatori rispetto alla sicurezza sulla Psa. Le azioni di abbattimento, secondo il protocollo, dovrebbero svolgersi con squadre di cacciatori armati che che circondando un’area nella quale altri cacciatori armati scovano l’animale. Prevista la presenza di un cacciatore ogni tre ettari con una seconda linea di cacciatori per gli animali in fuga. Le squadre dovranno essere accompagnate da cani addestrati alla ricerca e scovo del selvatico in un’area boscosa e montuosa. “É noto – sostiene il Gisc – che le rimesse dei cinghiali si trovano normalmente in luoghi impenetrabili per via della vegetazione. Per scovarli servono cani addestrati”, dotati di rilevamento satellitare. Tutti i capi abbattuti verranno messi a disposizione dell’Asl. Ora si attende la risposta della Regione.