“Ci opporremo decisamente e con tutti i mezzi a nostra disposizione”. Il Consiglio dell’Unione montana Terre Alte, ente presieduto da Vincenzo Caprile, ha approvato un documento di contrarietà al progetto eolico “Monte Giarolo”, 20 turbine alte 200 metri sui versanti tra il Giarolo e il Chiappo. Enti e associazioni hanno inviato al ministero dell’Ambiente le proprie osservazioni per scongiurare l’intervento, considerato impattante sotto tutti i punti di vista. L’Unione, in rappresentanza di 16 Comuni (Albera Ligure, Avolasca, Brignano Frascata, Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Casasco, Castellania Coppi, Costa Vescovato, Carrega Ligure, Dernice, Gremiasco, Momperone, Mongiardino Ligure, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, San Sebastiano Curone) ricorda che che il territorio rientra nella Strategia Nazionale Aree Interne, “una grande opportunità di sviluppo economico e sociale”, con 11,8 milioni di euro per scuole, trasporti e sanità ma c’è anche l’attività del Gal Giarolo Leader, che mette a disposizione fondi europei “per la riqualificazione e promozione del territorio e sostegno delle produzioni locali”. Strategie che si vanno a scontrare con il progetto “Monte Giarolo”. Nel documento dell’Unione Terre Alte si ricorda che vanno valutati “l’impatto paesaggistico, turistico ed economico che un impianto eolico di dimensioni importanti provocherà oltre alla questione geologica ed idrogeologica. Il nostro territorio presenta notevoli criticità evidenziate dai geologi. Infine, il problema della viabilità: l’accesso alle valli percorrendo le strade provinciali prima e quelle locali poi per l’accesso ai versanti, con trasporti eccezionali per peso e dimensioni, provocherà un impatto territoriale non certo trascurabile”.
Secondo l’Unione, “il territorio difficilmente potrebbe sopportare l’impatto di un progetto non condiviso che non tenga in adeguata considerazione le esigenze degli enti locali coinvolti”. Le questioni tecniche saranno discusse nella conferenza dei servizi che si terrà al ministero dell’Ambiente ma, ricorda il documento approvato dai rappresentanti dei 16 Comuni, “indipendentemente dal risultato dalla valutazione di impatto ambientale in conferenza dei servizi, ci opporremo decisamente e con tutti i mezzi a nostra disposizione. Infatti, la forte valenza paesaggistica e turistica è strettamente connessa con la valenza agronomica e zootecnica della zona. Il venir meno di tutte queste opportunità economiche per il vasto territorio interessato dal parco eolico creerebbe forti ripercussioni negative sull’economia locale”. “La produzione di ricchezza – prosegue il documento – non può avvenire dilapidando il patrimonio di risorse naturali locali, con gravissimo danno per l’economia delle valli. Temiamo che i nostri monti possano diventare una grande opportunità per qualcuno che intende appropriarsi di una nostra grande risorsa come il vento che abbiamo sui nostri monti. Vogliamo difendere la dignità delle nostre valli e della nostra gente impegnandoci a salvaguardare le risorse del nostro territorio. Non si può fare sviluppo se le nostre valli vengono spogliate di quanto possiedono ad esclusivo beneficio di operatori privati senza con dividere l’iniziativa con il territorio”. L’Unione Terre Alte ricorda infine: “In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 30 settembre 2023 risultavano complessivamente ben 5.138, pari a 314,73 GW di potenza, suddivisi in 3.300 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 135,94 GW (43,19%), 1.702 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 88,97 GW (28,27%) e 136 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 89,81 GW (28,54%). Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche. Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori”.