Da quattro anni le Aree protette dell’Appennino Piemontese attendono che il Cociv realizzi le compensazioni ambientali previste per il Lemme nel tratto della ex cava Cementir, a Voltaggio. Il torrente, in questo punto, è stato stravolto e trasformato in un  canalone per consentire la costruzione della scogliera che dovrà sostenere l’enorme ammasso di terra e roccia della ex cava, area inserita, come il corso del Lemme, nel sito di importanza comunitaria (sic) Capanne di Marcarolo, istituito dall’Unione europea per tutelare alcune specie protette e gestito dall’ex Parco Capanne. Ad allungare i tempi, anche gli arresti di quasi tutti i dirigenti del consorzio di imprese avvenuti a ottobre del 2016, situazione che comunque, a detta del presidente del Parco, Dino Bianchi, non giustifica questi ritardi. La documentazione depositata dal Cociv alla fine del 2017, per altro, contiene proposte non idonee alla tutela dei pesci, come la costruzione di rampe di risalita non adeguate alle specie ittiche, e neppure per il rimboschimento delle sponde. Il Parco ha dato di recente tecnico parere favorevole al progetto che deve comunque essere profondamente modificato. “Il 20 marzo – ha detto Bianchi nell’ultima seduta del Consiglio del Parco – incontreremo il Cociv ad Alessandria per riprendere il discorso, visto che da anni questi interventi attendono di essere eseguiti. Il mio timore è che questi e altri interventi a tutela del Sic non vengano neppure avviati, anche per le condizioni politiche generali che potrebbero non essere favorevoli alla prosecuzione dei lavori del Terzo valico”.

I rifiuti scoperti nel 2013 nel terreno della ex cartiera di Voltaggio
I rifiuti scoperti nel 2013 nel terreno della ex cartiera di Voltaggio

Bianchi ha annunciato che martedì chiederà al Cociv una fidejussione, cioè garanzia finanziaria da riscuotere nel caso in cui i lavori non vengano realizzati. “Oltre alla sistemazione del Lemme di fronte all’ex cava – ha detto ancora il presidente – chiederò anche la bonifica dell’area della ex cartiera, per eliminare i rifiuti plastici sotterrati”. Sono i materiali scoperti nel 2013 dal Cociv, che nell’area voleva realizzare il campo base per gli operai, poi previsto altrove e non infine mai costruito. “Se non avremo garanzie in tal senso – ha annunciato Bianchi – invieremo un esposto alla Regione, al ministero dell’Ambiente e all’Unione europea. Non ci fidiamo più”. In precedenza il consigliere Mario Bavastro aveva chiesto chiarimenti al direttore del Parco, Andrea De Giovanni, sulla risposta negativa del Parco a Legambiente Val Lemme in merito alla richiesta di accesso agli atti riferita al progetto della scogliera. “Ci sono state difformità nei lavori rispetto a quanto previsto – ha detto Bavastro -. Il Parco, purtroppo, ha negato una copia del progetto, nonostante la nostra richiesta fosse volta a tutelare l’ambiente”. De Giovanni ha risposto: “Era necessario l’assenso del progettista (pagato dal Cociv, ndr) prima di poter eventualmente dare copia dei documenti. Per questo abbiamo negato l’assenso ma non certo però per tutelare il Cociv”. Legambiente ha comunque potuto vedere il progetto per altre vie e presenterà le sue osservazioni con la consulenza di un ittiologo, anche perché la Provincia ha di recente confermato la zona di pesca No kill in quel tratto del Lemme.