“Prosegue in Piemonte il trend in salita dei casi totali di contagio. In proporzione aumenta il numero di sintomatici al tampone molecolare e cominciano a risalire i posti letto occupati in terapia intensiva, collocandosi di poco sotto la soglia di guardia del 30% prevista dal Ministero; sono in salita anche i ricoveri ordinari, la cui soglia di guardia stabilita è al 40%”. Sono alcuni dei dati comunicati dall’assessore regionale Luigi Icardi ieri mattina, 4 marzo, in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, nel corso dell’informativa sulle prospettive epidemiologiche di evoluzione della curva pandemica e sull’andamento della campagna vaccinale. All’incontro sono intervenuti, per approfondimenti tecnici, Carlo Dipietrantonj per il Sermei, il vicedirettore della Sanità regionale Bartolomeo Griglio e Antonio Rinaudo per il Dirmei. “Nel periodo dal 14 dicembre al 21 febbraio – ha spiegato Dipietrantonj – sono stati registrati 56.834 casi, che corrispondono in media a 812 casi al giorno, con un indice di andamento stazionario del numero dei casi. Nell’ultima settimana, tra il 22 e il 28 febbraio, si osserva invece un incremento del numero di casi del 45% e la distribuzione dei casi per classe di età evidenzia che in quest’ultimo periodo poco più del 25% sono ultrasessantacinquenni mentre il 57% ha una età compresa fra 25 e 64 anni”.

L’ospedale di Novi

Rispondendo a Marco Grimaldi (Luv) sui dati relativi al tracciamento, Icardi ha osservato che “viene eseguito dal Sisp e i dati sono comunicati al Ministero e resi pubblici, mentre il contact tracing, particolarmente oneroso dal punto di vista dell’impiego di tempo e del personale rappresenta uno strumento importante per tenere sotto controllo, per esempio, i focolai sviluppatisi in questi giorni in Piemonte”. A Domenico Rossi, intervenuto per il Pd con Daniele Valle, l’assessore ha spiegato che, “per evitare il più possibile la diffusione delle varianti del virus, si è deciso di non attendere i sette giorni necessari per individuare la sequenza del virus, ma di procedere tempestivamente alla definizione delle zone rosse sulla base dei pre-test”. A proposito dei contagi delle fasce di età 11-13 e 14-18 anni, rispondendo a Francesca Frediani (M4o) e Sarah Disabato (M5s), Icardi ha osservato che “è un dato di fatto che, con l’applicazione della Dad, i contagi in queste fasce decrescono. Il contagio non sarà a causa dell’ambiente scolastico, ma potrebbe essere determinato dall’utilizzo dei trasporti o dall’adozione di comportamenti sociali e antropologici tipici dell’età”.

ospedale Tortona-pronto-soccorso
L’ospedale di Tortona

Rispondendo al presidente SteccoDipietrantonj ha osservato che “al momento non è facile fare previsioni, anche se è da tempo che non si contavano più di mille contagi al giorno”. Sulla campagna vaccinale, invece, Icardi ha annunciato che “per il mese di marzo sono attese mezzo milione di dosi di vaccino e, se le consegne verranno rispettate, possiamo immaginare che entro la fine del mese tutti gli ultraottantenni e il personale scolastico potrà aver ricevuto almeno la prima somministrazione. Al momento – ha aggiunto – abbiamo individuato 136 punti vaccinali distribuiti sul territorio e contiamo di raggiungere per fine mese le 20mila vaccinazioni giornaliere, oggi sono 13-14mila”. “Se le cose andranno come previsto e considerando che presto potremo disporre di nuovi vaccini – ha aggiunto Rinaudo – possiamo ipotizzare di coprire almeno con la prima dose, entro dicembre, l’intera popolazione regionale”. Rispondendo a Diego Sarno – intervenuto per il Pd con RossiValleAlberto Avetta e Monica Canalis – e a Carlo Riva Vercellotti (Fi) sulle prossime vaccinazioni, Rinaudo ha dichiarato che “a breve si inizieranno a vaccinare le 6.000 persone disabili che vivono nei centri e nelle comunità regionali e gli over 60 che presentano particolari patologie”. A Gianluca Gavazza (Lega), Disabato (M5s) e Grimaldi (Luv) – infine – l’assessore ha ricordato che “le priorità dei soggetti da vaccinare non è decisione delle singole Regioni, ma frutto di un documento elaborato dalla Conferenza Stato-Regioni e adottato dal Governo, sulla base di un atto di indirizzo del Parlamento”. “I Sisp si stanno preparando ad affrontare la terza ondata, in alcune province i contagi sono triplicati negli ultimi quindici giorni e la principale criticità da affrontare è quella della carenza di personale, in particolare di medici che svolgano le attività di contact tracing e le vaccinazioni”.

Il consiglio regionale del Piemonte

Lo hanno riferito questa mattina ai commissari del gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza Covid i responsabili dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle ASL del Piemonte 2 che in audizione hanno ricostruito l’attività svolta da marzo 2020, le problematiche rilevate e le successive implementazioni messe in campo. “La prima ondata è stata gestita con grandi difficoltà arruolando risorse interne dei Dipartimenti di prevenzione e con il supporto di colleghi provenienti da altri servizi – hanno riferito -.  Nella seconda, che in un periodo brevissimo ha visto i casi passare da 15 a 100/200 al giorno, il personale è stato assunto dai bandi regionali e da quelli a livello locale e sono stati costituiti nuclei di operatori infermieristici e medici per il contact tracing, i tamponi e lo screening nell’ambito progetto “Scuola sicura”. Da gennaio però oltre la metà dei medici contrattualizzati sono entrati in specialità e servono nuove forze”. In generale è stato riscontrata una buona collaborazione da parte di Province e Comuni, che hanno messo a disposizione personale della Protezione civile per regolare gli accessi agli hotspot per i tamponi e nei centri vaccinali. Il presidente del gruppo di lavoro, Daniele Valle, e i consiglieri Domenico Rossi (Pd) e Sarah Disabato (M5s) hanno chiesto una serie di chiarimenti rispetto alla campagna di reclutamento del personale da impiegare nei Sisp, con riferimento anche al ricorso ai medici specializzandi.