Legambiente nazionale vuole lasciare mano libera sia al maxi eolico che al fotovoltaico su aree agricole mentre il territorio chiede regole e il consigliere regionale Pasquale Coluccio (5 Stelle) annuncia un’interrogazione alla Regione sulla legge che deve indicare le aree idonee a ospitare gli impianti per le energie rinnovabili.
L’associazione presieduta da Stefano Ciafani si allontana sempre di più dalle posizioni dei circoli locali, sempre attenti a valutare ogni singolo progetto e a tutelare il territorio insieme ai comitati e agli enti locali, e nel report “Scacco matto alle rinnovabili 2025” prende come esempio negativo di ostacolo alla transizione energetica il progetto eolico “Monte Giarolo”, le 20 torri eoliche alte 200 metri previste sull’Appennino tra Val Curone e Val Borbera destinate a devastare aree tutelate, eliminare migliaia di alberi e mettere a rischio numerose specie protette dall’Unione europea. Nei confronti di chi si oppone Legambiente nazionale scrive: “Il fronte del no all’impianto è stato fin da subito chiuso a qualsiasi tipo di ragionamento costruttivo a migliorie all’impianto, quasi a sottolineare un no più ideologico che altro”. Questo nonostante il progetto sia stata valutato in ogni singolo aspetto dai cittadini e dai sindaci. L’associazione contesta alla Regione il no al maxi eolico che dovrebbe essere inserito nella futura legge sulle aree idonee, riferita anche al fotovoltaico nei campi, che si sta mangiando ettari di terreni produttivi.


Il mese scorso il Consiglio provinciale ha approvato una mozione con la quale chiede alla Regione di limitare l’installazione dei pannelli su suolo agricolo poichè sul territorio della provincia di Alessandria sono già autorizzati 128 impianti su 857 ettari ma si può arrivare a 2145 ettari con altri 41 progetti in valutazione. Secondo Legambiente nazionale, però, più che stabilire precise regole tramite la legge regionale, “è necessaria un’accelerazione” poiché il Piemonte è tra le Regioni che fanno registrare un andamento di installazioni superiore a quanto richiesto dagli obiettivi al 2024 dalla normativa nazionale ma è in ritardo di 4 anni rispetto all’obiettivo finale di 4.991 MW di impianti per la produzione di energia rinnovabili installati. Parole che non tengono conto dell’effetto cumulo sul consumo di suolo e dei casi come Pozzolo Formigaro, Comune che rischia di vedersi occupare il 6% del territorio dai pannelli.
Per tutto questo, Coluccio dice: “La questione va affrontata con la massima urgenza.
A breve depositeremo un’interrogazione per chiedere alla Giunta Cirio a che punto siamo con l’iter di individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Dopo l’approvazione a giugno 2024 del decreto ministeriale che affidava alle Regioni il compito di individuare le aree – arrivato con oltre due anni di ritardo dalla legge delega -, stiamo ancora attendendo che la Giunta regionale concluda l’iter decisionale. Avrebbe dovuto farlo entro sei mesi”.
I dati sul consumo di suolo a causa dei pannelli, sostiene Coluccio, “parlano chiaro ed evidenziano un quadro di grande difficoltà per i Comuni e gli amministratori locali.
In assenza di una chiara indicazione delle aree idonee e non idonee da parte della Regione, i Comuni sono ingolfati dalle numerose richieste provenienti dai privati e non sono messi in condizione di poter decidere compiutamente quali progetti autorizzare.
Tutti concordiamo – Movimento 5 Stelle in primis – sull’esigenza di promuovere il più possibile lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Piemonte. Ma dobbiamo contemperare questa esigenza con le possibilità offerte dai nostri territori, altrimenti ci troveremo ad avere a che fare con situazioni limite come quella di Pozzolo Formigaro“.