“Non ricordo”. Sono le parole che gli ex consiglieri comunali di maggioranza hanno utilizzato in maniera più frequente davanti al giudice nell’udienza del processo nei confronti di Nicoletta Albano, ad Alessandria. Mercoledì, sia il pm sia gli avvocati di parte civile che i difensori hanno faticato parecchio a ottenere risposte esaurienti da chi è stato al fianco del personaggio politico che per più di 25 anni ha governato Gavi, ora a processo per concussione, peculato e falso. Le domande si sono concentrate sul terremoto politico del gennaio 2020 a seguito dell’indagine avviata dai carabinieri dopo la denuncia presentata dall’allora sindaco Rita Semino, costretta a firmare le dimissioni, secondo l’accusa, dalla Albano, il 29 dicembre 2019. Le risposte sono state spesso vaghe, nonostante si riferissero a fatti politicamente rilevanti per Gavi e per le stesse persone ascoltate, che si sono dimesse in massa per far decadere la Semino. Le modalità con cui sono state firmate le dimissioni riguardano il reato di falso di cui devono rispondere Albano insieme all’ex segretaria comunale Giovanna Sutera, al capo dell’ufficio tecnico Pierpaolo Bagnasco e all’ex consigliere Eugenio Rabbia. Il pm ha chiesto a Valeria Grosso, per due mandati esponente della maggioranza targata Albano, il motivo per cui, prima di firmare, si sia rivolta a un legale: “Che dubbi aveva?”. “Non lo so – ha risposto la donna -, poi ho firmato il foglio già predisposto in municipio, non l’ho letto”. Il pm: “Sapeva delle dimissioni della Semino?”. La risposta: “L’ho saputo dai giornali, su Facebook”. Ancora: “Avevate discusso di una sfiducia nei confronti della Semino?”. “No, mai”. La difesa di Bagnasco (avvocato Giuseppe Greppi) ha domandato: “Come era nata la candidatura della Semino a sindaco?”. “Non ricordo – ha risposto Grosso -, so che abbiamo fatto la lista”. “Lei si è mai accorta delle incapacità della Semino?”.
“Non ricordo”. L’ex consigliere comunale non ha ricordato neppure la commemorazione dell’imprenditore Morasso del dicembre 2019, che sarebbe stata, a quanto pare, alla base della rottura fra Semino e la maggioranza: “Non ricordo”. Memoria labile anche sulla presenza di Bagnasco in municipio al momento della firma delle dimissioni da consigliere. Alessandro Pestarino, ex assessore allo Sport: “Avevo sentito parlare in municipio delle dimissioni della Semino ma non avevo avuto alcun sentore prima né ne abbiamo mai discusso. Riguardo alle mie dimissioni, quando ho firmato c’erano Albano e Sutera mentre Bagnasco girava per il municipio. La lettera che ho firmato non l’ho letta”. A proposito della commemorazione di Morasso, Pestarino ha spiegato di non aver partecipato “in quanto organizzato dalla Semino con la minoranza. Noi non eravamo d’accordo”. Forte crisi di memoria da parte di Mario Pestarino, in amministrazione con Albano da 2006: “In maggioranza non abbiamo mai parlato delle dimissioni della Semino né discusso di una sfiducia”. L’ex consigliere comunale ha avuto difficoltà anche a ricordare dove aveva firmato le sue dimissioni. Solo dopo i solleciti di pm e avvocati ha ricordato che il tutto era avvenuto “al pianoterra del municipio alla presenza di Albano e Sutera”. Ma gli è stato ricordato che ai carabinieri Pestarino aveva detto che Sutera era al piano superiore: “Forse il segretario comunale c’era, penso fosse lei, non sono sicuro”. L’avvocato Cianci, legale della Albano: “Dopo la commemorazione di Morasso, avete parlato in maggioranza della Semino?”. “Non ricordo, so solo che l’evento era stato organizzato con la minoranza”, ha risposto nuovamente Pestarino. “Ma come è possibile? – ha replicato Cianci -. Quello sarebbe stato il motivo della rottura e voi non ne avete discusso?”. Prossima udienza il 6 marzo.