Sequestrava e violentava: arrestato agricoltore di 45 anni

Il serravallese Claudio Balbi è in carcere: fermava le auto mettendo dei rami sulle strade. E’ ritenuto l’autore della violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza. Il sospetto dei carabinieri è che si tratti di un violentatore seriale.

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Rapinata e violentata: la vittima è una giovane che nella notte tra il 21 e il 22 giugno, mentre tornava a casa percorrendo la strada tra Stazzano e Cassano Spinola, aveva dovuto fermare l’auto a causa di un grosso ramo che le ostruiva il passaggio. Come in un film horror, all’improvviso da un cespuglio aveva visto sbucare dai cespugli una figura umana che, con il viso nascosto da un passamontagna scuro ed una roncola in mano, correva verso di lei. Terrorizzata e impietrita, aveva gridato, ma a quell’ora e in quel luogo nessuno aveva potuto sentirla. Nonostante tutto, era riuscita a trovare la forza per risalire in auto e chiudervisi dentro, ma l’uomo, che ormai l’aveva raggiunta, con il manico della roncola aveva frantumato il vetro del finestrino, aprendo la portiera. L’aggressore, estratto un taglierino e puntatoglielo alla gola, le aveva intimato di spostarsi sul sedile del passeggero: “Spostati, altrimenti ti ammazzo…”. Salito al posto di guida, dapprima le aveva legato i polsi con delle fascette da elettricista, successivamente era partito, svoltando poco dopo in una strada dissestata, inoltrandosi con l’auto nella folta vegetazione. Arrestata la marcia, l’uomo aveva ordinato alla ragazza di scendere e di sedersi per terra, dopodiché le aveva legato con altre fascette i polsi alle caviglie. L’uomo prendeva la borsa della giovane dalla macchina e vi rovistava all’interno estraendo il portafogli nel quale però non vi era denaro. La cosa lo faceva arrabbiare. Incurante delle suppliche della ragazza che gli chiedeva di lasciarla andare, il malvivente le metteva la giacca di pelle attorno alla testa coprendole il viso.

Quindi estraeva di nuovo il taglierino, le metteva una mano sul viso, premendo sulla giacca, al punto che la giovane, avendo l’impressione di soffocare, cominciava a dimenarsi con tale forza della disperazione che riusciva a rompere entrambe le fascette che le costringevano i polsi alle caviglie. L’uomo a quel punto continuando a gridarle di star ferma la immobilizzava e dopo averle puntato il coltello alla gola ed averla minacciata di star ferma altrimenti l’avrebbe uccisa, le usava violenza. Non soddisfatto, si impossessava dei suoi indumenti intimi e dopo averle ordinato di sedersi in macchina, cominciava a farneticare dicendole, tra l’altro, che quella sera era uscito con l’intenzione di ammazzare una donna, la prima che avrebbe incontrato. In preda al panico, la giovane cercava di assecondarlo, nella speranza che non le facesse altro male. L’uomo continuava a parlare, ma improvvisamente minacciandola di nuovo la ragazza, abusava ancora di lei. Successivamente, le consentiva di recuperare le proprie cose e la faceva risalire in macchina, conducendola nel luogo dove l’aveva aggredita, lungo la strada interrotta dal grosso ramo, quindi scendeva dal mezzo e si dileguava fra i cespugli a margine della strada dai quali era emerso alcune ore prima. La giovane riprendeva allora il suo cellulare, che nella concitazione era riuscita a nascondere in macchina. Erano le 3.30 del mattino, l’incubo era finito. Arriva a casa, il padre ha avvertito il 112 e i carabinieri i quali, svolgendo le indagini, hanno ricordato un episodio risalente allo scorso 12 ottobre 2019, nel medesimo punto e con analoga modalità: un automobilista in transito sulla strada si era visto la carreggiata ostacolata da dei rami nello stesso punto dove poi è avvenuto il fatto narrato. L’automobilista era sceso dal mezzo e, nello spostare i rami, aveva scorto una figura umana allontanarsi e dileguarsi nella vegetazione. Le indagini conducevano in breve i carabinieri a Claudio Balbi (le forze dell’ordine hanno fornito solo le iniziali per ora), un 45enne di Serravalle Scrivia, abitante alla cascina Spalangrana, noto per i suoi numerosi precedenti giudiziari, residente non molto distante dal luogo dove si erano verificati i fatti. Per lui sarebbe risultato facile raggiungere anche a piedi il luogo dell’agguato. Questi, peraltro, possedeva mezzi agricoli con i quali avrebbe potuto muoversi agevolmente tra i campi, anche attraversando il fiume.

Quanto riferito dalla vittima permetteva tra l’altro di tracciare un identikit psicofisico del suo carnefice corrispondente proprio a quello di B. C.. Questi, infatti, sia in passato che in tempi recenti, aveva avuto rapporti conflittuali con le donne, sfociati in alcuni episodi che avevano avuto anche rilevanza penale e che lo avevano esasperato al punto da odiare la donna sposata di cui si era in precedenza invaghito e che lo aveva visto cercare vendetta contro lei e suo marito. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, verso l’una, una donna di origini sudamericane, nel percorrere alla guida della propria vettura la stessa strada che da Stazzano conduce a Cassano Spinola, giunta nel medesimo punto in cui si era verificato l’agguato ai danni della ragazza una settimana prima, aveva notato dei rami che ostruivano la strada. La donna, intuendo il pericolo rappresentato dall’ostacolo, innestava la retromarcia riuscendo a sfuggire all’insidia. Infatti, nel corso della manovra, pur non riuscendo a scorgere alcuna figura umana, udiva distintamente il rumore di oggetti che colpivano la carrozzeria della sua auto, verosimilmente scagliati da un ignoto aggressore nel tentativo di fermarla. Subito informati, i Carabinieri della Stazione di Cassano Spinola avevano effettuato un immediato sopralluogo che confermava come il luogo interessato dai fatti fosse lo stesso del precedente e ben più grave evento criminoso. Nella circostanza, mentre i carabinieri effettuavano i rilievi, venivano avvicinati da una donna del posto che riferiva di un analogo episodio verificatosi alle 23,30 del 28 giugno, quando una sua conoscente e il coniuge, nel percorrere lo stesso tratto di strada a bordo di una moto, si erano visti costretti ad arrestare la marcia poiché la carreggiata era ostruita da rami tagliati. Nella casa di B. C trovato il passamontagna indossato dall’uomo, le fascette dello stesso tipo di quelle utilizzate per legare la ragazza e la roncola impugnata per minacciarla, ma anche gli abiti da lui indossati mentre compiva il reato e degli indumenti intimi che egli aveva portato via alla giovane vittima. Grazie ai molteplici, univoci e concordanti elementi di responsabilità emersi a suo carico, i Carabinieri sottoponevano B. C. a fermo di indiziato di delitto. Accompagnato dapprima in caserma, l’uomo veniva condotto presso la casa circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida tenutasi ieri, 3 luglio, al termine della quale il Giudice non solo ha convalidato il fermo per i reati di violenza sessuale aggravata e tentata rapina ma, ritenendo sussistenti a suo carico i gravi indizi di colpevolezza, ha contestualmente emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per gli stessi reati e per quello di sequestro di persona e furto.