Smaltire le rocce piene di amianto direttamente lungo la galleria appenninica per risparmiare e velocizzare i tempi del cantiere: è l’ipotesi che è allo studio per risolvere uno dei principali ostacoli alla costruzione del Terzo valico dei Giovi, la presenza della fibra killer. Quando i cantieri stavano per partire, nel 2012, il progetto esecutivo non prevedeva come affrontare lo scavo di rocce amiantifere. Solo dopo le insistenze di comitati, associazioni e sindaci venne predisposto il protocollo amianto ma sempre in quell’anno il governo Monti, rispondendo a un’interrogazione del senatore Mario Lovelli (Pd), sostenne che “la quantità di minerali di amianto è risultata modesta“ in base ai sondaggi fatti eseguire durante la progettazione preliminare dal Cociv, consorzio incaricato della costruzione del Terzo valico. Una tesi smentita in svariate occasioni, l’ultima tre anni fa, quando il cantiere di Radimero, ad Arquata Scrivia, venne attrezzato per scavare rocce contenenti amianto. La Regione impose provvedimenti cautelativi nello scavo del tunnel verso Genova, e l’applicazione del limite massimo di amianto nell’aria di 2 fibre per litro rispetto alle 100 previste dalla legge.

A creare problemi di costi e tempi al Cociv sono le rocce che contengono amianto oltre i 1000 milligrammi al kg, che vanno smaltite in discariche dedicate. Finora i pericolosi carichi vengono trasportati in Germania con costi notevoli che sarebbero cresciuti insieme alle quantità di materiale scavato, per questo c’è stato anche un tentativo di smaltimento via nave in Sardegna, trovando però una dura opposizione all’ipotesi di far diventare l’isola “una discarica di amianto”. Da qui la proposta di tombare le rocce amiantifere a fianco del tunnel appenninico, scavando nicchie che verrebbero poi chiuse con la costruzione della linea ad alta capacità. Questo anche per ridurre i rischi legati alla movimentazione e smaltimento all’esterno. Una proposta già valutata positivamente per il Tav in Val Susa ma finora non ancora messa in pratica mentre per il Terzo valico, fa sapere l’Arpa, non è ancora stata presentata alcuna richiesta ufficiale. Rfi, committente dell’opera, spiega che si sta verificando la fattibilità della proposta. Ma quanto è costato finora lo smaltimento dell’amianto del Terzo valico alle casse pubbliche? Nessuna risposta dal Cociv.