Da sei anni sette specie animali dell’alta Val Lemme sono state cancellate insieme al loro habitat. Rospo comune, rana dalmatina, rana temporaria, rana verde maggiore, tritone alpestre, natrice viperina e natrice dal collare, che vivevano nella zona umida della ex cava Cementir, sono state spazzate via insieme alla loro “casa” dalla costruzione del deposito di smarino del Terzo valico, nella ex cava Cementir di Voltaggio. Il Cociv avrebbe dovuto ricostituire, per quanto possibile e in tempi ragionevoli, un nuovo habitat ma non l’ha ancora fatto, mentre la grande opera va avanti a spron battuto. Infatti, domani, lunedì 4 maggio, i lavori ripartiranno dopo la pausa forzata a causa del coronavirus. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese, ente gestore del sito di importanza comunitaria Capanne di Marcarolo, all’interno del quale si trova l’ex cava, di recente hanno bocciato il progetto delle cosiddette opere compensative proposto dal Cociv, presentato a metà febbraio. L’ente ha dato tempo fino al 31 ottobre al consorzio di imprese per presentare una proposta adeguata.

La rana verde maggiore, una delle specie cancellate nella ex cava Cementir (foto da Wikipedia)

È quanto emerge dalla risposta che la Regione ha fornito all’interrogazione presentata dal consigliere regionale Sean Sacco (5 Stelle) sulla situazione della ex cava. Nel suo documento Sacco chiedeva se il Cociv avesse o meno presentato una proposta relativa alle compensazioni e se questa avesse rispettato la norma europea sulla tutela degli habitat, come per l’area umida distrutta. Per la Regione, le procedure seguite rispettano la normativa Ue ma sono evidenti le “estreme difficoltà incontrate dalle Aree protette dell’Appennino piemontese nell’ottenere quanto richiesto dal Cociv, situazione che ha portato all’allungamento dei tempi”. Senza dare scadenze precise, la Regione ha annunciato che si rivolgerà al ministero dell’Ambiente nel caso la questione non dovesse risolversi. Ovviamente, nel frattempo, i lavori proseguiranno.

Il deposito della ex cava Cementir

Il Cociv – dice Sacco – si è mosso solo pochi giorni dopo che Legambiente Val Lemme, a febbraio, ha tenuto un sit in davanti alla ex cava per denunciare la distruzione dell’habitat e delle specie animali, di cui la Regione era informata dal giudizio di incidenza negativo del progetto di riqualificazione dell’ex cava da parte del Parco. Pertanto la Regione ha previsto, così come obbliga l’Ue, delle compensazioni ambientali. Ora ci vorrà almeno un anno per avere un progetto effettivamente concordato con l’ente Parco. Tutto questo, pare, in disapplicazione all’articolo 6 della Direttiva Habitat, che prevede che la compensazione sia eseguita prima della perdita dell’habitat, in maniera che il risultato delle misure compensative sia conseguito nel momento in cui si verifica il danno nel sito interessato”. Sacco annuncia che porterà la questione in Europa per informare la commissione di quanto accaduto. Mario Bavastro (Legambiente Val Lemme) commenta: “Ribadisco che tutti gli enti erano stati informati di questa situazione, quindi siamo di fronte a un’omissione nella vigilanza del sito, che evidenzia tutta la soggezione degli enti locali al Cociv. Quando ero consigliere dell’Appennino Piemontese ho più volte segnalato quanto avvenuto ma per i funzionari era tutto regolare”.