Era il 1974 quando il Cortese di Gavi veniva annoverato tra le denominazioni di origine controllata, istituite con l’obiettivo di valorizzare i prodotti di qualità rappresentativi di una specifica area territoriale.
Gli oltre 1600 ettari di Cortese compresi negli 11 comuni della provincia di Alessandria – Bosio, Carrosio, Capriata d’Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo, costituiscono l’enclave quasi totale della produzione nazionale di Cortese; vitigno che in questo territorio, angolo più orientale del Sud del Piemonte al confine con la Liguria, favorito da un’eccezionale posizione geografica, ha trovato la sua massima espressione: il Gavi, Cortese in purezza.
Dalla sua nascita, la denominazione ha conosciuto una costante crescita: in particolare negli ultimi 20 anni: + 58% di superficie vitata, da 1021 a 1600 ettari; + 75 % di bottiglie prodotte, da 8 a 14 milioni; + del 85 % della produzione destinato all’export; 180 tra produttori, vinificatori e imbottigliatori sono soci del Consorzio; 65 milioni di fatturato delle aziende produttrici e 5000 persone impiegate nella filiera.
Sono numeri molto positivi che suggellano l’affermazione del Gavi confermati anche nel 2023 con oltre 14 mln di bottiglie vendute e la presenza fissa del Gavi sui principali mercati internazionali, in particolare in UK, USA e Germania.
“E’ un anniversario importante, un traguardo storico: premia il lungo percorso, l’impegno e la dedizione dei produttori che, insieme, hanno costruito la reputazione di un vino oggi presente in oltre 100 paesi nel mondo”. – Commenta Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio Tutela del Gavi, organo che dal 1993 vigila sulla denominazione che ha ottenuto nel 1998 la DOCG.
“Il mercato – prosegue Montobbio – sta premiando i vini bianchi e questo ci consente di performare bene nonostante la contrazione dei consumi e l’aumento delle accise nel nostro primo mercato (UK). In questo anno celebrativo continueremo a realizzare,a livello consortile, attività orientate al consolidamento del valore del Gavi nei mercati in cui siamo già presenti, proseguendo i progetti di promozione nazionale e internazionale già avviati lo scorso anno”
“Nell’ultimo decennio la viticoltura nel territorio del Gavi ha dovuto confrontarsi con stagioni profondamente diverse tra di loro, in qualche caso anche estreme – spiega Davide Ferrarese agrotecnico del Consorzio – e per mantenere l’alto livello di qualità che caratterizza questo vino, è emersa la necessità di un confronto sui temi di sostenibilità e cambiamento climatico”.
Il Consorzio Tutela del Gavi ha quindi avviato un progetto di analisi agronomica e meteorologica sul territorio con lo scopo di improntare la viticoltura ad un’agricoltura di precisione: come la realizzazione di una rete di stazioni meteo per raccogliere dati sull’ambiente di coltivazione, conoscerne meglio le caratteristiche e monitorare l’andamento climatico.
“Il vitigno Cortese, anche nel corso dell’ultima vendemmia così come in quella precedente, ha dimostrato una eccezionale capacità di adattamento: come se l’insediamento secolare di questo vitigno nella zona avesse fornito all’uva la memoria genetica per affrontare anche situazioni estreme” – conclude Ferrarese.
Un anniversario che conferma la maturità di una viticoltura millenaria proiettata al futuro.