Uno striscione esposto a Bosco Marengo contro la costruzione del deposito sul territorio comunale.

Ultime assemblee pubbliche stasera, 3 aprile, e domani, 4 aprile, alle 21 a Predosa e Cassine prima della manifestazione contro la costruzione del Deposito nazionale delle scorie radioattive sul territorio provinciale. Un enorme impianto grande come 207 campi da calcio, necessario e atteso da decenni per stoccare in un luogo sicuro i rifiuti radioattivi delle centrali e degli impianti nucleari dismessi, come l’ex Fn di Bosco Marengo, e anche gli scarti dell’attività ospedaliera. I 5 siti alessandrini, insieme ad altri in Italia, indicati come idonei dalla Sogin, società pubblica responsabile degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, e dal ministero dell’Ambiente (AL-1 tra Bosco Marengo e Novi Ligure; AL-3 tra Alessandria e Oviglio; AL-8 tra Castelletto Monferrato e Quargnento; AL-14 tra Fubine e Quargnento e AL-13, tra Castelnuovo Bormida e Sezzadio) sono però tutti caratterizzati da una serie di pesanti criticità sottolineate da geologi ed esperti consultati da Regione, Provincia, Comuni e associazioni. Criticità che Sogin ha ignorato nonostante riguardino i criteri di esclusione indicati dalla legge. Gli organizzatori della manifestazione, cioè i Comuni, la Provincia e i comitati, ricordano che “tra i presupposti per realizzare un insediamento di questo tipo senza gravi rischi alla salute degli abitanti delle zone limitrofe al deposito c’è che il terreno non sia alluvionale, soggetto a fenomeni di acque superficiali e molto altro. Una dimostrazione di non inidoneità l’abbiamo avuta puntuale con le ultime piogge che hanno subito mandato a bagno le zone scelte per il previsto deposito. Stiamo parlando di un terreno caratterizzato da falde affioranti e profonde che di per sé sono una risorsa idrica importantissima per il territorio. Tutti i tecnici interpellati hanno espresso parere negativo per la realizzazione di questa enorme discarica sul nostro territorio”. Inoltre, “la distanza dai centri abitati è un’altra delle caratteristiche richieste. Anche da questo punto di vista è evidente che i siti scelti non sono idonei per la pericolosa vicinanza con i centri abitati, i paesi, ma anche con centri densamente popolati come Alessandria, Casale, Valenza, Novi Ligure e Acqui Terme”. Oltretutto, il territorio alessandrino presenta “un tasso spaventosamente alto di tumori e patologie che colpiscono la popolazione a causa dei veleni prodotti da aziende e da siti contaminati come l’Acna di Cengio e l’Ecolibarna di Serravalle oltre all’Eternit di Casale”. Sabato ad Alessandria il corteo partirà alle 15 da Viale della Repubblica e arriverà davanti alla Prefettura.