Conclusa la prima fase del monitoraggio nazionale del lupo. Inizia la seconda fase.

A fine anno saranno diffusi i dati censiti

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Il 31 marzo si è conclusa la “fase uno” del primo monitoraggio nazionale del lupo, lanciato nell’autunno 2020 dal Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero per la Transizione Ecologica) e disposto da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), con la raccolta sistematica dei segni di presenza della specie svolta da operatori da Network lupo.  In provincia di Alessandria a coordinare l’operazione è a cura dell’’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese.  

Lupo (foto Cristiani)

Da ottobre 2020 a marzo 2021 sono stati monitorati 86 percorsi distribuiti in tutta la provincia, geo-referenziate gli escrementi e alcuni di questi utilizzati per le analisi genetiche.

Interessate la distinzione del monitoraggio in base alla stagionalità;  nei mesi estivi sono state fatte 8 sessioni di ululato indotto (wolf-howling), tecnica di censimento basata sull’emissione di ululati registrati nel territorio dove si presume stazionino dei lupi. I lupi, sentendo questo richiamo sono inclini a rispondere per dimostrare al presunto intruso che il territorio è già occupato. Durante la stagione estiva la presenza dei cuccioli è ben riconoscibile dagli ululati di risposta e permette di capire se nel branco sia avvenuta la riproduzione;

Nei mesi invernali sono state seguite 40 tracce su neve (snow tracking) seguendo le impronte a ritroso, quindi nella direzione opposta a quella di marcia degli animali, semplicemente con lo scopo di farne una stima numerica e una valutazione di massima delle attività, evitando un possibile incontro diretto, possibile fonte di disturbo.

Una giovane femmina di lupo (foto Mantero)

Da aprile 2021 è iniziata la “fase due” del monitoraggio. In questa fase tutti i dati raccolti vengono validati e archiviati e i campioni biologici inviati ai vari laboratori di genetica. Una volta terminate le analisi i risultati ottenuti, saranno integrati con le informazioni ricavate da video-fototrappolaggi, osservazioni dirette verificate, piste di impronte e wolf-howling (ululati indotti per documentare la presenza di cucciolate). La fase finale vedrà l’elaborazione dei dati raccolti, con l’applicazione di modelli statistici e grazie al supporto di un gruppo di ricercatori per ottenere la stima di distribuzione e il numero della popolazione del lupo in Italia.

Alla fine del 2021 si potrà quindi disporre della prima stima a livello nazionale. Un dato importante, finalmente a disposizione delle istituzioni, che sono tenute a comunicare periodicamente alla Commissione Europea i dati relativi allo status di conservazione del lupo, essendo “specie  prioritaria, di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa”.

Al monitoraggio ha  partecipato personale dell’Ufficio Faunistico della Provincia, la Polizia Provinciale, il Gruppo Carabinieri Forestale, il Cai, l’Associazione La Ventura. Il monitoraggio si è svolto inoltre in collaborazione con l’Università di Torino, i Servizi Sanitari regionali, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale.

Tutte le operazioni rientrano nell’ambito delle attività istituzionali del Centro di Referenza Regionale Grandi Carnivori” istituito dalla Regione Piemonte nel 22 luglio 2016, presso l’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime in associazione con l’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese.