Albano con Giovanna Sutera

Soldi e posti di lavoro per ottenere le dimissioni e carenze di memoria, queste ultime per ostacolare appositamente le indagini. C’è di tutto e di più nei documenti che riguardano la richiesta di rinvio a giudizio del consigliere comunale di minoranza di Gavi Nicoletta Albano, già sindaco e vicesindaco, e dei suoi sodali nella vicenda delle dimissioni imposte al primo cittadino Rita Semino, cioè Pierpaolo Bagnasco, attuale capo dell’ufficio tecnico comunale; Giovanna Sutera, ex segretario comunale dal 2010 al 2020, ed Eugenio Rabbia, ex consigliere di maggioranza. Secondo quanto riporta La Stampa, quel 29 dicembre 2019, domenica pomeriggio, Semino, convocata da Albano in municipio, era consapevole che le sarebbero state richieste le dimissioni da sindaco. Così avvenne ma Albano, secondo la Procura di Alessandria, le propose in cambio 10 mila euro. Non solo: persino un posto di lavoro in Comune, con un concorso pilotato, per la nipote, scrive la Procura. Un bel quadretto, quello dipinto dagli investigatori. Semino, quel giorno, rifiutò le offerte ma firmò le dimissioni motivate da problemi di salute, su un foglio scritto dal vicesindaco, ansioso di tornare sulla poltrona di primo cittadino.

Nicoletta Albano con Pierpaolo Bagnasco

Nel documento si citava un futuro certificato medico, grazie al quale, un volta dimessa la Semino, Albano avrebbe potuto reggere il Comune fino alle elezioni senza far arrivare il commissario prefettizio, in vista dell’auspicata rielezione. Semino quel giorno però registrò il colloquio e lo rese noto ai carabinieri. Così il 15 gennaio, quando Albano la riconvocò in municipio per farla visitare da un medico per attestare i suoi problemi di salute, lei disse no. A quel punto, scattò la ritorsione: Albano, accompagnata dal fido Bagnasco, sindaco di Stazzano, si recò a Casalnoceto, dove ha sede la Alfi, società proprietaria dei supermercati Gulliver, che a Gavi ha due filiali e alle cui dipendenze lavora la nipote della Semino. Albano, secondo l’accusa, intimò all’amministratore della Alfi di licenziare o trasferire altrove la giovane. Tutto saltò pochi giorni dopo, il 22 gennaio, grazie al blitz dei carabinieri in municipio a Gavi e a casa della Albano, che commentò così l’episodio all’Ansa: “Io lavoro tanto per Gavi e vengo ripagata in questa maniera”. Bagnasco, per aver accompagnato Albano nel Tortonese, è accusato di concorso in concussione. Sempre dagli atti della Procura, emerge inoltre il ruolo del segretario comunale Sutera nel tentativo di ostacolare le indagini. Il giorno dopo il blitz, il 23 gennaio, dopo che i consiglieri di maggioranza erano stati interrogati dai carabinieri a Gavi, la donna veniva ascoltata nella caserma di Novi Ligure dell’Arma ma si dimostrava reticente.

La caserma dei carabinieri di Novi

Non solo: appena uscita telefonava prima alla Albano e poi alla sua segretaria spiegando a quest’ultima cosa dovesse dire in caso di interrogatorio e sostenendo di aver fatto la “fata smemorina”, di essersi cioè volutamente dimenticata di tante cose in merito al ricatto alla Semino. Per Giovanna Sutera l’accusa è di favoreggiamento ma è anche accusata di falso in concorso con Albano e con Eugenio Rabbia. La Procura sostiene che i tre abbiano scritto un falso verbale della Commissione elettorale che sarebbe avvenuta, solo sulla carta, il 15 gennaio. Le firme in calce al verbale sarebbero false. Non solo: Sutera, ancora con Albano e poi con Bagnasco in concorso, avrebbe falsamente sostenuto che le dimissioni dei consiglieri di maggioranza, ordinate da Albano il 24 gennaio per far decadere Semino, sarebbe state presentate in municipio. A riceverle, sarebbero state il segretario comunale e Bagnasco mentre per i consiglieri Grosso, Mario Pestarino, Saia e Bergaglio le dimissioni sarebbero state presentate al vigile a casa propria. Il 16 aprile il gup di Alessandria deve decidere se mandare tutti a processo come richiesto dalla Procura.