Autostrade: appello dei sindacati al prefetto Tafuri e al governo

Chieste ancora una volta modifiche al nuovo codice degli appalti sull'assegnazione dei lavori autostradali: a rischio 800 lavoratori in provincia

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Un'immagine della manifestazione dei lavoratori del gruppo Gavio la scorsa primavera a Tortona

Appello dei sindacati Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil al prefetto, Romilda Tafuri, per la salvaguardia dei posti di lavoro nelle aziende del gruppo Gavio, minacciati dal decreto che ha corretto il nuovo Codice degli appalti. La normativa ha confermato che i gestori delle autostrade che hanno ottenuto la concessione senza gara pubblica, proprio come il gruppo tortonese, sono obbligati, dall’aprile del 2018, ad affidare l’80% dei lavori, servizi e forniture tramite gara pubblica, mentre finora potevano affidare alle aziende interne al loro gruppo. Un provvedimento che va verso una corretta liberalizzazione del sistema delle concessioni autostradali ma che rischia di avere grosse ripercussioni sui lavoratori delle aziende attualmente interessate dalla gestione per quanto riguarda i lavori di manutenzione delle autostrade. Solo nella nostra provincia sono a rischio 800 posti di lavoro.

Una vertenza che i sindacati portano avanti da due anni, chiedendo correzioni al nuovo Codice degli appalti. A inizio agosto si era svolto un incontro a Roma alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e dei rappresentanti del ministero delle Infrastrutture, i quali, come ricordano i sindacati, si erano “dichiarati disponibili a proporre nella legge finanziaria un emendamento per ottenere lo stralcio dei lavori di manutenzione dal limite degli affidamenti diretti. Questo tipo di intervento sulla norma garantirebbe non solo i livelli occupazionali ma soprattutto la sicurezza e la qualità dei servizi”. Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil rivolgono quindi un appello al governo e al Parlamento affinché intervengano “modificando la norma così come auspicato nell’ultimo incontro prima dell’apertura delle procedure di licenziamento collettivo. Chiediamo di escludere le opere di manutenzione e di progettazione dal computo della ripartizione 80-20 prevista dall’art. 177 d.lgs n. 50/2017, garantendo così la continuità operativa delle imprese ed i nostri posti di lavoro. Questo per evitare migliaia di licenziamenti in tutta Italia”.