Ancora in sciopero i lavoratori delle aziende che si occupano della manutenzione delle autostrade. Lunedì le maestranze delle ditte del gruppo Gavio di Tortona incroceranno le braccia e parteciperanno alla manifestazione in programma a Genova, davanti al casello autostradale della A7 di Genova Ovest. Già lunedì scorso si è tenuta un’astensione dal lavoro a livello nazionale, con la partecipazione dei lavoratori alessandrini e piemontesi al presidio organizzato davanti a Montecitorio, sede del Parlamento, a Roma. Le rivendicazioni, come ricordano i sindacati provinciali Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl, riguardano la tutela dei posti lavoro, messi a rischio dal nuovo codice degli appalti, e la richiesta al governo e alla maggioranza di governo di approvare l’emendamento Borioli-Esposito, prima accettato e poi rigettato dall’esecutivo a maggioranza Pd, che prevede di mettere a gara del 60% degli interventi lungo le autostrade contro l’80% previsto dal nuovo codice. In quest’ultimo caso, sottolineano i sindacati edili, sono a rischio migliaia di posti di lavorio in Italia, tra 600 e 800 sono in provincia di Alessandria.
Giovedì scorso i lavoratori del gruppo tortonese avevano bloccato per diverse ore il casello della A7 a Tortona e la ex statale 211 per Sale, provocando lunghe code in autostrada verso Serravalle Scrivia. Ancora lunedì, mentre era in corso a Roma il presidio davanti al Parlamento, i sindacati hanno consegnato al premier Paolo Gentiloni, in visita a Volpedo, una lettera con la quale si ribadisce la richiesta di approvare l’emendamento presentato, per altro, da due esponenti del partito di maggioranza. “Fino a che non avremo risposte – dice Rocco Politi, segretario provinciale del sindacato Fillea Cgil – dal governo andremo avanti con la mobilitazione. I lavoratori non si fidano più dopo le promesse dei mesi scorsi non sono state mantenute”. Una situazione creata anche dalle continue proroghe concesse negli anni ai gestori delle autostrade dai vari governi, violando in parte la normativa europea che invece impone una liberalizzazione del settore.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle sono stati accusati da alcuni media vicini al Pd di essere contro i lavoratori del settore autostradale. Avevano presentato in commissione due emendamenti al nuovo codice degli appalti, entrambi bocciati. “Nel primo – spiega il senatore Marco Scibona -, provocatorio, si chiedeva di mettere a gara il 100% dei lavori. Il secondo imponeva ai concessionari, vinta la gara, l’onere della manutenzione ordinaria ma, invece, per interventi di grande entità, come corsie supplementari, ponti e viadotti, l’indizione di gare d’appalto. Questo per dare un segnale sul fatto che continuiamo a essere ostaggi dei concessionari autostradali, che chiedono proroghe per rientrare delle spese sostenute per grandi lavori infrastrutturali, in un gioco vizioso che tende a fidelizzare concessioni. Si potrebbe uscire sa questo gioco perverso facendo le gare”. Scibona ricorda di aver spiegato in commissione “che noi siamo contro le concessioni e che riteniamo che tutte le infrastrutture debbano essere statali”. Quali soluzioni rispetto al rischio di licenziamento dei lavoratori con la messa a gara della quasi totalità dei lavori? “Se non ci sono gare da bandire sulle autostrade si potrebbero portare avanti delle gare riferite alla rimessa in sesto del territorio, dal dissesto idrogeologico e all’edilizia scolastica. Non si può più continuare a sovvenzionare grandi gruppi per permettergli di affamare i lavoratori”.