Dopo numerosi mandati, il sindaco Stefano Persano non si ricandiderà alle elezioni comunali del prossimo anno. Lo ha annunciato lui stesso la scorsa settimane in apertura dell’assemblea convocata dal Comune per rendere noto ai cittadini l’accordo transattivo tra l’amministrazione comunale e Iren Acqua, gestore delle dighe del Gorzente, sull’Imu relativa proprio agli invasi. L’intesa dovrebbe garantire 2,8 milioni di euro al Comune come arretrati e 70 mila euro all’anno per il futuro. La società ligure ha deciso di transare dopo la sentenza della Cassazione che ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate sulla catalogazione delle dighe in categoria catastale D, cioè come edifici produttivi di reddito. Ora si attende la sentenza della Commissione tributaria regionale, alla quale la Cassazione ha rinviato la decisione finale. Persano ha definito l’accordo “un’occasione fantastica per Bosio”. Ha però rimarcato che le critiche all’amministrazione comunale di questi anni, lo hanno spinto a ritirarsi dalla vita politica del paese con la fine del mandato, in scadenza il prossimo anno. Il tallone d’Achille dell’amministrazione in carica è stato soprattutto il progetto di potenziamento dell’acquedotto comunale: nella prima versione a maggior parte dell’unica condotta che porta acqua in paese finiva ad altri paesi limitrofi, situazione che ha creato malumori in paese.
“Per tutto c’è un inizio e una fine – ha detto il primo cittadino -. Io ho cercato di fare qualcosa per Bosio in questi vent’anni ma per chi lavora si fanno pochi monumenti. Per me parlano gli atti. Ora con i soldi dell’Imu sulle dighe ridurremo l’Imu sulle seconde case ed elimineremo l’addizionale Irpef”. Quest’ultima imposta era stata istituita dall’amministrazione Persano per coprire il buco nei conti del Comune causato dall’erroneo inserimento dell’incasso dell’Imu sulle dighe nel bilancio prima della sentenza della Cassazione. Persano ha assicurato che il Comune solleciterà la Commissione tributaria regionale sui tempi della sentenza. Iren Acqua intanto verserà i primi 900 mila euro entro il 3 luglio, gli altri soldi in rate annuali da 477 mila euro fino al 2027. Nel caso, molto difficile, che la sentenza sia avversa al Comune, i soldi andranno restituiti ma l’Agenzia delle Entrate, ha sottolineato il vicesindaco Marco Ratti, potrà nuovamente impugnare la decisione in Cassazione. Durante l’assemblea è stato rivolto un appello alla popolazione a presentare idee su come spendere i 2,8 milioni per migliorare il paese. Appello accolto dai presenti e in particolare dall’associazione Amici dell’Acquedotto di Bosio, che ha già richiesto al Comune di convocare un tavolo.