In Piemonte il suolo agricolo continua a sparire a vantaggio del cemento. L’allarme arriva da Confagricoltura e viene ribadito dai 5 stelle. “Edificazioni civili, opere pubbliche e nuovi insediamenti produttivi – chiarisce il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – in trent’anni hanno eliminato il 20% della superficie agricola utilizzata per l’espansione delle città e delle infrastrutture, per il degrado delle aree periurbane e per l’abbandono dei territori collinari e montani”. Il problema, come evidenzia Confagricoltura, è acuito dalla combinazione del degrado del suolo, dell’erosione e dei cambiamenti climatici che ridurrà sensibilmente i raccolti, se non si interverrà con determinazione. “Il suolo è un bene prezioso e non riproducibile: se si riduce la superficie destinata all’agricoltura diminuisce la possibilità di produrre cibo, mentre la popolazione mondiale aumenta e richiede sempre maggiori derrate alimentari. L’anno scorso, in base alle rilevazioni dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – si sono “persi” 21.400 chilometri quadrati sul territorio totale italiano. Questo significa che nel nostro Paese ogni giorno il suolo artificiale impermeabilizzato aumenta di 2 metri quadrati al secondo”.
Il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, spiega: “Nella nostra regione abbiamo consumato il 6,72% del totale nazionale, per una nuova superficie impermeabilizzata di 222 ettari. È una superficie imponente. Per rendere l’idea consideriamo che un campo da calcio, solo per quanto riguarda il terreno di gioco, ha una superficie di 7.140 metri quadrati: questo significa che nel 2019 in Piemonte abbiamo consumato una superficie pari a 311 nuovi campi da calcio”. Per Confagricoltura Alessandria è necessario acquisire consapevolezza del ruolo chiave che svolge l’impresa agricola sana, vitale e produttiva, nella gestione del terreno in un contesto pesantemente influenzato dall’urbanizzazione e dai cambiamenti climatici. “Green Deal, Farm to Fork, la futura Pac, le politiche di coesione, il nuovo programma nazionale della ricerca, ma soprattutto il Recovery plan – dichiara Brondelli – sono le grandi opportunità da cogliere per salvaguardare e vitalizzare la risorsa suolo”.
Sull’argomento intervengono Sean Sacco e Ivano Martinetti, consiglieri regionali 5 stelle: “Come ha ricordato Confagricoltura, in tre decenni il Piemonte ha perso il 20 per cento della superficie coltivabile a favore di nuove edificazioni, capannoni e urbanizzazioni. Un consumo equivalente a 311 campi da calcio. E con il “#RipartiCemento” varato quest’estate dalla Giunta Cirio e voluto fortemente dalla Lega, il trend non può che peggiorare. Un volano per l’edilizia e allo stesso tempo una buona misura contro il consumo di suolo è il superbonus 110% contenuto nel decreto rilancio del Governo. Una buona norma per incentivare la ristrutturazione, la rigenerazione urbana e l’efficientamento a cui l’amministrazione piemontese avrebbe potuto fare riferimento. Ma il grosso problema – spiegano i pentastellati – è che questa Giunta di destra guarda al futuro come avveniva negli anni ’50, ignorando gli interventi di riqualificazione ed efficientamento e pensando che il cemento possa risolvere tutti i problemi.
Più cemento significa invece solo maggiore rischio idrogeologico e meno sicurezza per i cittadini, senza considerare le nuove spese per porre rimedio ai danni di alluvioni ed esondazioni causate dal consumo di suolo. Ora servirebbe un repentino cambio di rotta”.