Pessino, il cancello della villa Traverso

Ergastolo e risarcimento alla figlia, costituita parte civile. La Cassazione ha confermato la condanna al carcere a vita per Mauro Traverso, 50 anni, arquatese, accusato di aver sequestrato e lasciato morire di freddo la madre, Igina Fabbri, a Pessino, borgata di Arquata Scrivia. Il movente era il continuo bisogno di soldi di Traverso, tossicodipendente. Secondo la sentenza della Cassazione il 4 febbraio del 2018, l’uomo, che viveva con la madre ad Arquata, portò la donna a Pessino in una casa senza luce né riscaldamento. La immobilizzò legandole i polsi con delle fascette e la abbandonò lì. Nei due giorni successivi Traverso utilizzò i bancomat intestati alla madre e il 6 febbraio chiamò l’ambulanza: nella casa di Pessino i medici trovarono la Fabbri agonizzante a causa del freddo e con i polsi sanguinanti. La donna morì poco dopo. Il figlio disse che lui e la madre erano stati aggrediti da due marocchini, che avevano sequestrato la donna chiedendo 5 mila euro per liberarla: un gesto motivato dalla mancata restituzione di droga da parte di Traverso nei confronti di un nordafricano. Una tesi che si è rivelata non credibile di fronte alle testimonianze della ex compagna di Traverso e di altre persone. L’uomo, accusato, tra l’altro, di sequestro e omicidio, venne arrestato cinque mesi dopo la morte della madre ad Asti. Contro Traverso si era costituita parte civile la figlia, che dovrà essere risarcita.