Una persona per bene, che la domenica va a messa con la famiglia e ama passeggiare con i cani sulle colline di Monleale. Così viene descritto nel paese del Tortonese Andrea Ormelli, 54 anni, direttore tecnico della Simedil di Novate Milanese (Novara), per il quale l’ordinanza di custodia cautelare emessa dai giudici di Milano nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei poveri” ha previsto l’obbligo di dimora nella sua abitazione dalle 21 alle 7 del mattino. L’indagine ha fatto emergere un quadro di tangenti nell’assegnazione di appalti pubblici. Un’indagine portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) milanese poiché sono coinvolti soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta. Ormelli, originario di Garbagna, abita con la moglie a Monleale Basso e da ieri non può uscire di casa. È uno dei 43 arrestati su 95 indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti e corruzione.

Andrea Ormelli

A Monleale in molti sono cascati dalle nuvole nell’apprendere la notizia ma il nome più noto nel Tortonese è quello del novarese Diego Sozzani, parlamentare di Forza Italia, già consigliere regionale in Piemonte, marito di Emanuela Patta, ex assessore comunale a Tortona in quota Lega nella giunta di centrodestra guidata dall’attuale senatore forzista Massimo Berutti. La coppia è residente a Tortona. Per Sozzani si parla di un presunto finanziamento illecito: secondo la Procura di Milano, il deputato e coordinatore piemontese di Forza Italia ha ricevuto 10 mila euro poco prima della campagna elettorale per le politiche del 2018 da Daniele D’Alfonso, imprenditore titolare della Ecol Service di Corsico (Milano). Quest’ultimo, secondo la Procura, non solo è accusato di aver corrotto vari politici e amministratori ma gli viene contestata anche l’aggravante di aver agevolato il clan di ‘ndrangheta dei Molluso di Buccinasco.

Diego Sozzani

Per Sozzani c’è una richiesta di autorizzazione all’arresto inviata alla Camera dai magistrati milanesi. Nell’ordinanza di custodia cautelare spunta anche una gara d’appalto indetta da Gestione Acqua. La società di Novi Ligure, che gestisce oltre 70 acquedotti comunali, viene indicata per l’assegnazione del servizio di nolo cassoni, caricamento, trasporto e smaltimento di fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane. Secondo i magistrati, alla gara si sarebbe interessato Mauro Tolbar, di Divignano (Novara), titolare di una ditta di consulenze, indicato dalla Procura milanese come il “collettore delle dazioni illecite”, cioè delle tangenti. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, Tolbar, in azione per favorire la Ecol-Service, era in grado di “inserirsi in procedure amministrative promosse da enti, si badi, tutti in Regione Piemonte, di primo livello”. Dalle intercettazioni emerge “uno spaccato quanto mai disarmante, sia nell’agire di coloro che sono chiamati a ricoprire la delicata funzione di governare la cosa pubblica sia, soprattutto, del `sentire´ dei privati, i quali pensano che nel nostro sistema sia necessario elargire prebende ai politici che hanno buone possibilità di essere eletti per assicurarsi future corsie preferenziali”. L’indagine cita anche una gara indetta dall’Amag di Alessandria ma, come per Gestione acqua, al momento non è oggetto di nessuna ipotesi di reato.