Nessun accordo tra il Comune di Lerma e l’Associazione tutela animali (Ata) di Alessandria e il caso dei cani di cascina Manuale Superiore finisce davanti al giudice. Gli amministratori comunali lermesi lo scorso anno sono stati destinatari di un’ingiunzione da 54 mila euro da parte del Comune di Alessandria, titolare del canile di cascina Rosa, gestito dall’Ata, dove sono custoditi 15 cani sequestrati nel 2008 nella cascina di Lerma, per i quali sono stati richiesti a Lerma i soldi spesi per il loro mantenimento. Dieci anni fa i carabinieri del Nas, l’Asl e alcuni volontari dell’Enpa scoprirono ben 80 cani rinchiusi nella cascina. La titolare nel tempo aveva continuato a portare i suoi amici a quattro zampe in quel luogo nascosto fra i boschi, per diverse volte oggetto di ordinanze da parte del Comune che le imponevano, senza successo, di regolarizzare la situazione dal punto di vista igienico e di sterilizzare le femmine.

canile di Tortona

I cani, cresciuti di numero a dismisura, molti dei quali malnutriti e malati, nel 2008 vennero per forza di cose sequestrati e trasferiti in una serie di canili. La donna era finita a processo per non aver rispettato le ordinanze e per altri reati ma a farne le spese, in tutti i sensi, dal 2015 in poi sono i cittadini di Lerma. Quell’anno, la Corte d’Appello di Torino decretò che i cani, scesi da 80 a 53 grazie soprattutto alle adozioni, non erano più oggetto di sequestro ma di una vera e propria confisca. Così, l’onere del mantenimento passava dal ministero della Giustizia al Comune, al quale toccava versare ogni anno 62 mila euro per dare cibo e ricovero agli animali custodi nei canili. Risolta la situazione economica per buona parte dei cani, da sciogliere era rimasto il nodo di cascina Rosa: l’Ata aveva richiesto la somma, considerata eccessiva dal Comune di Lerma, ed era partita l’ingiunzione. Nessun accordo è stato raggiunto fra le parti, così sarà il giudice a decidere se l’amministrazione comunale deve pagare o meno.