Accusati di tradimento e di aver barattato le poltrone del governo grazie al mancato no esplicito dalle Grandi opere, i rappresentanti piemontesi dei 5 Stelle nelle istituzioni, da Roma in giù, replicano ai durissimi attacchi dei comitati No Terzo valico, che li avevano invitati a dimettersi per coerenza con le loro posizioni dopo l’ok al contratto di governo con la Lega di Salvini. Nella precedente bozza del documento c’era un esplicito riferimento al completamento del Terzo valico, poi cancellato proprio grazie alle segnalazioni dei consiglieri comunali e regionali del Movimento. Troppo poco per i No Terzo valico, almeno quelli che si considerano più intransigenti. Oggi, in un comunicato congiunto, i consiglieri comunali 5 stelle di Novi, Tortona e Alessandria, il consigliere regionale Paolo Mighetti, la neosenatrice alessandrina Susy Matrisciano, e l’europarlamentare Tiziana Beghin di Castelnuovo Bormida respingono le richiesta di dimissioni: “Non è il momento di battere in ritirata, anzi è un punto di svolta della vicenda del Terzo Valico. Ora una forza nettamente contraria a questa grande opera inutile ha la possibilità di sedere nei luoghi in cui si deciderà il suo futuro. Non inutile ma dannoso sarebbe gettare la spugna e dimettersi”. Sul mancato riferimento all’opera nel contratto di governo, secondo gli esponenti 5 stelle, “è piuttosto azzardato trarre conclusioni.

Tiziana Beghin
Tiziana Beghin

Siamo stati chiari: tutte le grandi opere dovranno passare il vaglio di nuove e serie analisi costi benefici. Il progetto, allo stato attuale, non potrà mai superare la prova e per questo, appena nominato il nuovo ministro, porteremo alla sua attenzione tutte le criticità evidenziate in questi anni”. L’unica analisi costi-benefici sul Terzo valico risale al 2003 ed è opera del Cociv, il consorzio di imprese incaricato di realizzare l’opera: ovviamente il documento dice che il progetto è da fare, citando previsioni di traffico merci da Genova verso nord che non si sono mai avverate successivamente. Se riusciranno a bloccare i cantieri tra Liguria e Piemonte, i 5 stelle puntano a reinvestire i soldi già stanziati per il Terzo valico, considerata “un’opera isolata, dispendiosa e parziale”, “nell’adeguamento della linea storica, sul Porto di Genova, sullo scalo di Alessandria (suo naturale retroporto), sul nodo di Novara e sulla linea verso la Svizzera. Questo significherebbe davvero collegare Genova al resto dell’Europa e al corridoio Reno-Alpi. Al contrario spendere 6 miliardi per fare una linea ad alta velocità verso il nodo ferroviario ormai saturo di Milano è invece puro spreco. Ora siamo pronti a lavorare e contiamo di avere presto di nuovo al nostro fianco le persone che hanno condotto con noi questa battaglia fino a ieri”. Per la guida del ministero delle Infrastrutture si parla della parlamentare 5 stelle Laura Castelli, da sempre contraria alle Grandi opere inutili.