Mauthausen (foto sito deportati.it)

Furono 12 i mornesini finiti nel campo di sterminio di Mauthausen, nell’odierna Austria, catturati dai nazifascisti con il rastrellamento organizzato nei giorni della Pasqua del 1944 intorno alla Benedicta per annientare i partigiani che avevano scelto la cascina di Capanne di Marcarolo come sede del loro comando. Solo uno di loro fece ritorno a casa. L’amministrazione comunale di Mornese vuole ricordare quei ragazzi, tutti più o meno ventenni all’epoca, aderendo al progetto delle “Pietre d’inciampo”, un’iniziativa partita a livello europeo nel 1995 grazie all’artista Gunter Demnig per ricordare tutte le vittime del nazismo. In Europa sono oltre 2 mila le città che hanno installato questi piccoli blocchi quadrati di pietra di 10 centimetri ricoperti di ottone, sui quali sono riportati i nomi delle persone.

Una delle prime commemorazioni dell’eccidio della Benedicta.

Le pietre vengono sistemate davanti alle abitazioni delle persone vittime della follia nazifascista e lo stesso avverrà in primavera anche a Mornese, dove l’unico sopravvissuto fu Giovanni Angelo Campi, nato nel 1923 e morto circa vent’anni fa. Con lui finirono nel lager Giuseppe Mazzarello, Luigi Denegri, Angelo Cornelio Pestarino, Alfredo Mazzarello, Francesco Augusto Gastaldo, Pietro Giacomo Gastaldo, Enrico Pestarino, Eugenio Torriglia, Antonio Mazzarello, Lorenzo Carlo Mazzarello, Stefano Luigi Mazzarello. La quasi totalità di questi ragazzi, tutti nati tra il 1922 e il 1925, è stata uccisa nel lager dai loro aguzzini. Solo Pietro Gastaldo non risulta assassinato ma probabilmente morto di stenti venti giorno dopo l’arrivo dell’esercito alleato a Mauthausen.