Il 20 luglio ci sarà il settimo tentativo: la banca Unicredit cercherà per l’ennesima volta di recuperare una parte (ormai minima) dei 4,5 milioni di euro prestati alle società Old Farm e Asti Resort di Milano per realizzare il centro benessere del palazzo della Cheirasca con decine di villette, naufragato nel 2008, appena due anni dopo l’apertura del cantiere, lasciando debiti ovunque. Quel giorno si terrà una nuova asta nello studio del commercialista Lorenzo Dutto, ad Alessandria, come ha stabilito il giudice al quale si è rivolta la banca insieme al fallimento dell’impresa marchigiana Tenso One Design. La base d’asta sarà di 196 mila euro per acquistare quel che resta del palazzo e dei dei terreni, più di 50 mila metri, quando la prima asta partiva da 3 milioni. L’edificio costruito nel Settecento continua a crollare. Venduto negli anni ‘80 dal proprietario, il famoso pittore Eugenio Carmi, divenne un albergo nel decennio successivo ma per poco tempo.

Il palazzo della Cheirasca recintato dal tribunale

Nei primi anni Duemila l’arrivo delle due società di Milano con il loro progetto ambizioso, che doveva “ricalcare la flora e la fauna della Pianura padana”, pur essendo sull’Appennino e prevedeva una miriade di villette con tanto di laghetti artificiali. Un progetto che non stava in piedi ma che ottenne l’appoggio dell’allora amministrazione comunale, che nel 2009, dopo che il cantiere era stato abbandonato da un anno, concesse ulteriore aree edificabili. Resta solo il ricordo di quando, negli anni Settanta, Carmi ospitava intellettuali come Umberto Eco, che qui, come in altri luoghi, ispirò il suo romanzo “Il nome della rosa” per via della presenza delle cellette del palazzo dove un tempo soggiornavano i seminaristi. Il tribunale di Alessandria da qualche tempo ha recintato tutto il cantiere e l’edificio: ci sono infatti concreti pericoli per la pubblica incolumità a causa dei crolli.