AGGIORNAMENTO: il processo è stato rinviato al 6 ottobre per l’apertura del dibattimento. Diversamente da oggi, l’udienza di svolgerà nell’aula bunker del palazzo di giustizia.

Inizia oggi, 23 giugno, a Reggio Calabria, il processo di Appello contro i venticinque imputati del processo Alchemia, accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso per la loro appartenenza alla cosche della ‘ndrangheta Raso-Gullace-Albanese e Gagliostro-Parrello. Nell’elenco figurano Orlando Sofio, imprenditore di Novi Ligure, e Marianna Grutteria, di Serravalle Scrivia, considerati dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria i referenti delle due ‘ndrine nel Nord Ovest. Per il tribunale di Palmi, che li ha giudicati in primo grado, non era così: la coppia è stata condannata solo per associazione a delinquere, escludendo la matrice mafiosa. Per Sofio, la condanna è stata di 5 anni e 3 mesi, per Grutteria 3 anni. La Procura di Palmi aveva chiesto rispettivamente 15 e 12 anni. Dalle carte dell’indagine Alchemia, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, era emerso che Sofio si era interessato per conto dei boss per acquisire il sito della ex Ics ad Arquata Scrivia, aveva brigato per far ottenere un appalto per la fornitura di lampade a led a un noto supermercato del Novese da parte di aziende mafiose, si dava da fare per fornire munizioni ai clan. Sofio era accompagnatore e “telefonista” del boss Carmelo “Nino” Gullace (condannato a 18 anni in primo grado per associazione mafiosa) mentre la donna era stata indicata a “completa disposizione degli interessi della cosca Gagliostro-Parrello” di Palmi e l’anello di congiunzione con la Raso-Gullace-Albanese, della quale faceva parte.

Marianna Grutteria
Marianna Grutteria

Sofio, inoltre, per far ottenere gli appalti alla Euroservizi, aveva contatti con esponenti politici del Novese di centrosinistra e centrodestra, in particolare con l’ex senatore Gianfranco Chessa, poi deceduto, e con Libero Pica, all’epoca dipendente della società Itinera (gruppo Gavio), candidato non eletto alle elezioni comunali a Tortona nel 2012 e nel 2019 a Novi Ligure, sempre con Forza Italia (non indagato), con il quale voleva creare un comitato “Sì Terzo valico” da contrapporre ai No Terzo valico sorti proprio a partire dal 2012. In vista delle elezioni comunali del 2012 a Serravalle, Sofio aveva annunciato in un colloquio telefonico il suo sostegno al candidato Alberto Carbone, poi eletto. Soprattutto, la “sua” impresa alla fine ha ottenuto lavori sia nei cantieri del Terzo valico sia dal Comune di Serravalle Scrivia. Elementi considerati insufficienti dal tribunale, che aveva comunque disposto la confisca della Euroservizi e dei conti correnti di Sofio. Per questo la Procura ha fatto Appello ritenendo fondato il disegno emerso dalle indagini. Fra le parti civili, anche l’associazione Casa della Legalità di Genova, da sempre in prima fila nella lotta anche cosche in Liguria e nel Nord Ovest.