“Da piccoli di solito ti dicono che sei nato sotto un cavolo, mia madre invece mi partorì in vigna durante la vendemmia. La prima cosa che vidi venendo alla luce fu un grappolo d’uva. Gli studiosi lo chiamano imprinting, io invece lo chiamo destino…”. Comincia così il monologo “Io sono il mio lavoro. Storie di uomini e di vini”, scritto e interpretato da Pino Petruzzelli del Teatro Ipotesi di Genova, in scena domani, venerdì 26 luglio, alle 21, nella corte della chiesa di Tassarolo. È il nuovo evento della rassegna La Terra del Carlone, organizzata dall’associazione Oltregiogo e legata dal filo conduttore della famiglia Carlone. Lo spettacolo teatrale, ricordano gli organizzatori, “è un grande affresco della storia d’Italia, dagli anni ‘30 ad oggi, visto attraverso gli occhi di chi lavora la terra. Dionigi, il protagonista, è chiamato a ritirare un premio per un suo vino. Nell’ora che lo separa della cerimonia ripercorre le tappe della sua vita. E’ il racconto di un piccolo produttore. Piccolo ma straordinario. Il racconto delle sue lotte per arrivare a produrre un vino da sogno. Utopico, forse. Un vino in cui passato e presente, tradizione e modernità si fondono dando vita a un vino da premiare.

Un vino capace di racchiudere in sé memoria di piccola e grande Storia”. Pino Petruzzelli, scrittore e attore, dopo gli studi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, lavora per mettere la cultura al servizio di importanti cause sociali, andando a conoscere in prima persona le realtà che poi racconta. Fonda il Centro Teatro Ipotesi, che si occupa di temi legati al rispetto e alla conoscenza delle culture. La prima meta sono le riserve degli Indiani Pueblo in Nuovo Messico poi, per anni, attraversa le nazioni dell’area mediterranea vivendo come e con le persone che incontra. Vive in case palestinesi e in case israeliane toccando con mano la fatica di vivere quel conflitto, dall’una e dall’altra parte. È solo una delle sue tante esperienze, come quella che lo porta a viaggiare per l’Italia per conoscere chi vive lavorando la terra, esperienza dalla quale nasce il testo teatrale in scena a Tassarolo, evento che, come tutte le iniziative della rassegna, beneficia del contributo della Compagnia di San Paolo, della Fondazione Crt e della Fondazione Cral.