Si sposta ancora in avanti la data di ultimazione del Terzo valico, ben oltre la metà del 2025 indicata da tempo da Rfi, committente dell’opera che il consorzio Cociv sta realizzando dal 2012. Il viceministro delle Infrastrutture, il genovese Edoardo Rixi (Lega), ha parlato, secondo i mass media liguri, del 2026 per l’apertura, ma di una sola delle due canne del tunnel appenninico. Il motivo è lo stop prolungato a una delle due talpe meccaniche, bloccata nel cantiere di Radimero Arquata Scrivia dal giugno del 2022 per via della conformazione delle rocce non prevista dai geologi. “Devono cambiare – ha detto Rixi -, e l’abbiamo già previsto a luglio scorso, i metodi di lavorazione. Nel senso che normalmente si scava e poi si fa l’andamento ferroviario. Ciò costa di meno. Invece sul Terzo Valico si manterrà un andamento ferroviario mentre si scava per ridurre di due anni i tempi”. Si rischia quindi di andare al 2028? Una data indicata in un documento della Regione Piemonte relativo al Terzo valico indica questa possibilità. Il Cociv a giugno ha ottenuto dalla giunta Cirio una proroga relativa al deposito dello smarino nella ex cava di cascina Guendalina, a Pozzolo Formigaro, sito che ha una capacità di 740 mila metri cubi, autorizzato una prima volta fino al 2021, poi prorogato di un anno e poi ancora fino al 2024. L’ultima proroga concessa al Cociv dalla Regione parla addirittura del 2028, ben oltre il termine di chiusura dei cantieri della linea ferroviaria indicato da Rfi a giugno 2025 e persino di quello annunciato da Rixi. A mettere a rischio le certezze dei promotori del Terzo valico anche le numerose gare d’appalto andate deserte.