Tornano nei limiti i pozzi inquinati dagli idrocarburi

Confortanti le analisi dell'Arpa su alcune aree dove sono avvenuti i furti sull'oleodotto Eni Sannazzaro-Fegino.

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2019
Uno dei pozzi di Tortona inquinati dagli idrocarburi

Potrebbero essere revocate a breve alcune delle ordinanze in vigore dallo scorso anno sui pozzi delle cascine vicine a Tortona, inquinati dagli idrocarburi fuoriusciti dall’oleodotto Eni Sannazzaro-Fegino in seguito ai numerosi furti avvenuti tra giugno del 2015 e marzo dello scorso anno. In totale, le effrazioni sulla condotta da parte dei ladri di carburante furono ben sette tra i Comuni di Tortona, Castelnuovo Scrivia e Molino dei Torti, dove nelle campagna è ancora in corso la bonifica da parte dell’Eni, titolare della condotta, al fine di eliminare gli idrocarburi che hanno inquinato le campagne e, per l’appunto, i pozzi, 35 in totale.

Il Comune di Tortona lo scorso anno aveva in vigore ancora una ventina di ordinanze di divieto relative all’uso idropotabile e irriguo delle acque dei pozzi in questione. Eni esegue campionamenti periodici settimanali o mensili delle acque sotterranee in corrispondenza di una rete di pozzi piezometrici, in base agli accordi con Arpa, Provincia e Comune, con i quali è stata concordata anche la rete di monitoraggio. Per le tre effrazioni, spiegano dall’Arpa, la bonifica prosegue ancora oggi poiché, anche se è stata allestita la messa in sicurezza di emergenza delle aree per evitare la dispersione ulteriore degli idrocarburi attraverso l’installazione di impianto di trattamento delle acque di falda, “l’entità dell’inquinamento era tale da superare le concentrazioni soglia di contaminazione oltre i quali un sito è dichiarato potenzialmente contaminato”. Per gli altri quattro episodi, invece, è bastato ripristinare la tubazione e scavare il terreno per ottenere il ripristino dello stato ambientale precedente ai furti.

La bonifica è ancora in corso, per esempio, per le prime due effrazioni, scoperte nel territorio di Tortona vicino alla ex strada statale 2011 e nei pressi di cascina Riccarda verso Castelnuovo Scrivia. “Concluse da tempo le attività di messa in sicurezza di emergenza – fanno sapere dall’Arpa – da parte di Eni, nel giugno scorso abbiamo chiesto una serie di integrazioni nella conferenza dei servizi, relative all’attuazione della bonifica”. Buone notizie arrivano dalle più recenti analisi, eseguite dall’Arpa a luglio. Lo scorso anno, con la falda acquifera molto bassa, l’uso irriguo delle acque aveva provocato la contaminazione di molti pozzi. Tre di questi sono stati analizzati il 4 luglio scorso. Dai risultati ottenuti emerge che i pozzi, per i parametri analizzati, risultano conformi ai limiti di legge e quindi, come si diceva all’inizio, potrebbe arrivare la revoca delle ordinanze. Per altri sei pozzi contaminati a causa della seconda effrazione nel territorio di Castelnuovo Scrivia, analizzati il 31 luglio le analisi sono ancora in corso. Infine, per il terzo furto di idrocarburi, avvenuto a Molino dei Torti vicino alla strada provinciale 90, sta per essere conclusa la messa in sicurezza. Eni, dopo i furti in questione, aveva installato un sistema di sorveglianza lungo la condotta che sembra aver funzionato finora.