Con un comunicato la Lega per l’Abolizione della caccia, denuncia la Regione Piemonte, che lunedì 2 marzo, in Prima Commissione Bilancio, ha messo all’ordine del giorno, modifiche legislative per cambiare le attuali normative, che se accolte permetteranno una serie di azioni a favore della caccia.
A sparare agli animali potranno essere cacciatori provenienti da qualsiasi luogo, visto che la variazione prevede “azzeramento del legame cacciatore-territorio, agevolazione dell’arrivo in Piemonte di cacciatori foranei ora limitato tra il 5% e il 10%.”
Inoltre, è prevista l’immissione sul territorio di animali d’allevamento da cacciare tutto l’anno, e la possibilità di consentire la caccia di selezione anche di notte.
Un disegno di legge che riporta al non glorioso passato, ma la modifica giudicata inaccettabile dalla L.a.c. è l’inserimento delle quindici specie tra quelle cacciabili, che “prepara un colpo definitivo alla nostra martoriata fauna selvatica”.
“L’iniziativa – spiegano – ci pare del tutto fuori luogo e priva di alcuna giustificazione. Si tratta infatti di uccelli di piccole dimensioni e con abitudini alimentari prevalentemente insettivore, utili quindi a tenere sotto controllo la proliferazione di specie dannose per le colture agricole (allodola, merlo). In altri casi le specie oggetto della proposta esibiscono carattere migratorio e sono comunque presenti nella nostra Regione con numeri estremamente ridotti. La pernice bianca è specie in sofferenza su tutto l’arco alpino, mentre non esistono dati sulla consistenza numerica della lepre variabile, che è comunque certamente molto ridotta. Numerose specie sono particolarmente tutelate a livello comunitario: pavoncella, combattente e moriglione sono classificate come Specie di Interesse Conservazionistico di livello 2 (specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole) mentre canapiglia, codone, marzaiola, mestolone, frullino, allodola risultano essere SPEC 3 ( specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole). Teniamo inoltre a precisare che nessuna delle 15 specie è responsabile di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche degni di rilievo: il loro prelievo venatorio, quindi, assume unicamente finalità di tipo ludico e nessuna giustificazione di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotta in suo appoggio”.
Le associazioni del Tavolo Animali & Ambiente chiedono al Consiglio regionale e alla Giunta regionale che le disposizioni sulla caccia siano stralciate dal DDL n. 83/2020.