Mercoledì 20 settembre, la classe quarta C della Scuola Primaria “Damilano”, sotto la guida del professor Diego Cartasegna, attuale presidente del C.A.I., si è immersa in uno dei contesti paesaggistici più suggestivi del territorio ovadese.

Vi proponiamo il racconto della giornata, a cura delle insegnanti Roberta Merlo e Elisabetta Sciutto.

Complici un cielo terso e un tiepido venticello di fine estate, gli alunni, inerpicandosi attraverso la ripida strada di Vecchia Costa, hanno raggiunto il cuore della frazione. Il professor Cartasegna, lungo il percorso, illustrava ai bambini il graduale mutamento del paesaggio: un tempo, dove attualmente lo sguardo si apre solo su una fitta boscaglia, appariva una immensa distesa di vigneti. Giunti presso la cappella di S. Rocco, la guida ci ha narrato che, all’interno, è allestito un antico presepe permanente con statue intagliate in legno alla cui realizzazione aveva partecipato anche suo nonno, originario di Costa. Un’altra tappa interessante si è svolta poi presso la parrocchia dedicata alla “Madonna della Neve”. L’edificio risale al 1644 e il professor Cartasegna ci ha spiegato che la tradizione cristiana aveva chiamato la Vergine Maria con quell’appellativo perché a Roma, il cinque agosto, nel lontano quarto secolo A. C., si era verificato un evento straordinario: era nevicato. Il miracolo era stato voluto dalla Madonna che desiderava fosse costruita una cappella dedicata al suo culto. Ogni anno, il 5 agosto, la statua lignea della Madonna della Neve viene recata in processione per le vie della frazione e l’evento è reso caratteristico dalla presenza delle Confraternite con la tradizionale cappa bianca e il tabarro marrone.

La nostra passeggiata è poi proseguita fino sulla cima della collina: ci siamo fermati in uno dei punti panoramici più spettacolari di Costa. La mattinata era così limpida che all’orizzonte si stagliavano nitide le Alpi e si distingueva con chiarezza il Monte Rosa. La guida, mentre osservavamo rapiti quel bucolico acquerello naturale, ci ha illustrato che Costa deriva il suo nome dall’ubicazione geografica che la vede sorgere proprio sulla “costa” del colle.

La spiegazione del professore si è poi spostata sulla fauna che popola il bosco della frazione: oltre ai caprioli e ai cinghiali son tornati i tassi che da tempo erano scomparsi. Riguardo al lupo, invece, il presidente del C.A.I ci ha tranquillizzato: qualora qualche esemplare si aggirasse nelle nostre zone alla ricerca di cibo, l’uomo non ha nulla da temere. Il lupo, da sempre, rifugge l’essere umano e ne ha timore. Il suo istinto di predatore è rivolto principalmente a caprioli e cinghiali. Riguardo alla vegetazione, il professor Cartasegna ha mostrato ai bambini la quercia spiegando loro che è una delle piante tipiche della flora di Costa.

Ringraziamo pertanto il professor Cartasegna per averci coinvolto in questa stimolante esperienza didattica accompagnandoci ad assaporare l’incanto e la suggestione racchiusi nel nostro territorio.