Legambiente Val Lemme ha chiesto chiarimenti al Comune di Voltaggio per potatura pesante a cui sono stati sottoposti i tigli di fronte al cimitero in piazza Sant’Antonio. Gli alberi appaiono “mozzati” e l’associazione parla di “drastici interventi non consentiti secondo il recente decreto del Ministero dell’ambiente del 10 marzo 2020 e che “tecnicamente non si possono neppure definire potatura, termine che fa riferimento a operazioni limitate a un massimo del 30 % della chioma”. I tagli eseguiti sui tigli, secondo Legambiente, “sono quasi sempre tanto inutili quanto dannosi poiché indeboliscono la pianta, costretta a una fotosintesi fortemente ridotta con il rischio di penetrazione di funghi e batteri in corrispondenza dei drastici tagli”. Una chioma “ridotta al lumicino”, aggiunge Legambiente, “non potrà garantire che in minima parte lo stoccaggio di anidride carbonica, il raffrescamento e l’eco filtraggio di sostanze inquinanti. Inoltre, una chioma folta funge da corridoio ecologico per uccelli, micromammiferi e insetti”. Senza contare, rileva l’associazione, che va tenuto in considerazione “l’aspetto estetico, fondamentale per chi come noi resta persuaso del fondamentale ruolo della bellezza nella vita di tutti”. La risposta è arrivata dall’impresa Nadir, esecutrice dell’intervento: “Sappiamo che la capitozzatura e la potatura drastica sono da evitare il più possibile sia sul piano agronomico che legale”. A Voltaggio, sostiene la ditta, “siamo stati obbligati poiché gli alberi erano stati ripetutamente potati in modo drastico in passato causando l’indebolimento dei rami con un possibile pericolo per il traffico e la popolazione”. Un intervento deciso quindi per motivi di sicurezza, contrariamente a quanto avvenuto in zona Sant’Agostino: “Qui gli ippocastani erano sempre stati potati in maniera contenuta, per questo abbiamo eliminato solo i rami secchi o potenzialmente pericolosi, senza interferire oltre con la crescita delle piante”. La Nadir sostiene infine che gli interventi eseguiti sui tigli, dato il contesto boschivo del territorio voltaggino, ben diverso da una metropoli, avranno conseguenze ininfluenti e addirittura nulle dal punto di vista ambientale. Su queste tesi Mario Bavastro, esponente del circolo Legambiente, commenta: “Seguendo questo ragionamento si potrebbero tagliare tutti gli alberi del verde pubblico nei nostri paesi, che invece hanno una funzione di bellezza e di ornamento. Un albero massacrato fa fare brutta figura al paese”.