Dopo un 2023 che ha fatto registrare il 14% di precipitazioni in meno e la temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, l’inizio 2024 conferma la tendenza al surriscaldamento e, le temperature record previste nei giorni della merla sconvolgono la natura.
Una anomalia che preoccupa anche per la siccità con la scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica e una situazione di stress idrico che non è certo normale nel mese di gennaio.
Per la scarsità di pioggia c’è carenza di fieno nei pascoli e difficoltà allo sviluppo ortaggi ma sono segnalate difficoltà, ad esempio, anche per le insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua.


“Le alte temperature mandano la natura in tilt e favoriscono in tutte le piante il risveglio anticipato anche con fioriture fuori stagione, come per le mimose in anticipo di un mese rispetto alla data dell’8 marzo, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – ma con il caldo le popolazioni di insetti dannosi per le colture sopravvivono per attaccare successivamente i raccolti nella prossima primavera”.


“Il cambiamento climatico – spiega il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – è stato accompagnato da una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal freddo al caldo, con sbalzi termici significativi.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dal maltempo e dalla siccità che hanno superato lo scorso anno, a livello nazionale, i 6 miliardi di euro”.