L’acqua dello Scrivia va tutelata. È questa la parola d’ordine uscita dalla seduta della commissione Ambiente di mercoledì sera in municipio ad Arquata Scrivia, convocata dalla presidente Cecilia Pasquale per fare il punto della situazione sul biodigestore previsto a Isola del Cantone.
L’impianto previsto in località Camposaragna, come è noto, potrebbe sorgere a poca distanza dallo Scrivia e, come è stato detto dai consiglieri di maggioranza e minoranza, potrebbe mettere in pericolo le acque del torrente non solo per gli scarichi autorizzati ma anche in caso di piena o di incidente. Dallo Scrivia si alimentano gli acquedotti di decine di paesi alessandrini per circa 150 mila persone.
Soprattutto, ha spiegato l’assessore all’Ambiente Stefania Pezzan, “la Regione Liguria ha ignorato del tutto questo aspetto nel dare l’ok al progetto dal punto di vista ambientale”. Nella delibera approvata in tutta fretta il 30 dicembre dalla giunta Toti non si dà conto delle conseguenze per i paesi a valle di Isola, che ora si vedono costretti, come la stessa amministrazione isolese, a chiamare in causa i giudici del tribunale amministrativo regionale (Tar) della Liguria per ottenere l’annullamento della delibera e, in futuro, dell’eventuale autorizzazione finale della Città metropolitana di Genova (la ex Provincia), la quale sarebbe contraria al progetto. Già rilevata l’assenza dell’autorizzazione paesaggistica, necessaria per legge ma ignorata anch’essa da Toti.
Il ricorso, come hanno sottolineato tutti i presenti alla commissione e in particolare il consigliere di minoranza Diego Sabbi, potrebbe non bastare: “Gli aspetti tecnici hanno la loro importanza e i comuni devono fare ricorso ma si deve cercare di mobilitare la popolazione. La nostra acqua è a rischio già a causa del Terzo valico”. Nella riunione dell’altra mattina ad Alessandria, in Provincia, Gestione Acqua ha addirittura parlato di “rischio batteriologico” derivante dall’impianto proposto dalla Energa a Isola. Il primo passo sarà la seduta dell’Osservatorio ambientale prevista nei primi giorni di marzo, dove verranno inviate tutte le associazioni arquatesi nonché tecnici e avvocati. “Devono essere coinvolti anche la Provincia – ha detto il consigliere di minoranza Fabrizio Dellepiane – e l’Ambito territoriale, enti che hanno il compito di tutelare la nostra acqua”.