Interrogato per ore nella caserma dei carabinieri di Gavi Pierpaolo Bagnasco, sindaco di Stazzano ma soprattutto capo dell’ufficio tecnico del Comune di Gavi. Il geometra è stato, almeno finora, l’unico dipendente comunale a essere ascoltato dai militari della compagnia di Novi Ligure, che stanno indagando per conto della Procura della Repubblica di Alessandria sulle dimissioni fatte firmare al sindaco Rita Semino, secondo l’accusa, dal vicesindaco Nicoletta Albano, accusata di concussione, dietro un presunto “ricatto”. Bagnasco non ha mai nascosto le sue simpatie politiche nei confronti della Albano: alle ultime elezioni, come in precedenza, era al suo fianco nei seggi della scuola elementare ad attendere l’esito dello spoglio e alla fine ha esultato con lei e si è fatto fotografare con tutta la lista vincitrice, sotto i portici delle scuole, nonostante il suo ruolo in Comune. In municipio, intanto, secondo voci non confermate, sarebbero già pronte le dimissioni dai consiglieri di maggioranza, sodali con la vicesindaco.
Se aderiranno tutti, il documento porterà le firme di Sandro Pestarino, Mario Pestarino, Pierluigi Roveda, Eugenio Rabbia, Claudia Bergaglio, Nicoletta Albano, Valeria Grosso, Francesco Saia. Non ci sarà quella di Filippo Carrea, che non fa parte del Consiglio essendo assessore esterno: ha già fatto sapere di non condividere la scelta della maggioranza di dimettersi in blocco e di voler restare leale nei confronti del primo cittadino. Il Pd di Gavi e della ValLemme, a proposito di quanto emerso dall’indagine sulle dimissioni, parla di “comunità alla gogna”. “Gli ultimi avvenimenti che hanno colpito Gavi – spiegano dal circolo che ha sede in via Mameli – sono l’epilogo di una amministrazione targata Albano che dura da più di vent’anni. Come abitanti di questo territorio ci vergogniamo e ci rifiutiamo di essere considerati passivamente “conniventi” con un sistema amministrativo che risponde solo a logiche personalistiche. Gavi non merita tutto questo. Chiediamo a tutti i gaviesi – concludono dal Pd – uno scatto d’orgoglio per mettere fine ad una amministrazione priva di qualsiasi trasparenza”.