La centrale idroelettrica di Isoverde (Genova) ha una produzione media annua pari a 16 milioni di kWh grazie all’acqua prelevata dai laghi del Gorzente, in Piemonte, ma la Mediterranea delle Acque, titolare dell’impianto e gestore degli invasi artificiali, non versa i cosiddetti sovracanoni al Comune di Bosio e ai comuni limitrofi, questo perché gli enti locali non hanno mai costituito un bacino imbrifero montano (bim).
Lo ha sottolineato il gruppo Rispetto Bosio nell’incontro di sabato mattina in piazza 1° Luglio a Bosio, al quale ha partecipato anche il sindaco Stefano Persano, con tanto di fascia tricolore. Tra i bosiesi e la società ligure non c’è quindi da dirimere solo la questione del mancato versamento dell’Imu sulle dighe, al vaglio della commissione tributaria regionale ormai da troppo tempo. I cittadini evidenziano infatti come in molte altre realtà italiane i concessionari del servizio idroelettrico paghino fior di denaro al territorio. “Ci sono regioni – dicono – dove l’uso idroelettrico dell’acqua porta notevoli soldi ai Comuni dove avviene il prelievo di acqua. Non a Bosio né nei comuni limitrofi poiché non è mai stato costituito un Bacino imbrifero montano (Bim), ente che avrebbe consentito di introitare i canoni che i concessionari di grandi derivazioni d’acqua per la produzione di forza di motrice idroelettrica sono tenuti a corrispondere grazie a una legge del 1953. Soldi che devono essere impiegati esclusivamente a favore del progresso sociale ed economico delle popolazioni interessate”. Domani, martedì, alle 11, in municipio saranno presenti rappresentanti di Federbim, la federazione nazionale dei bacini imbriferi montani, e del Bim Bormida, accolti dal sindaco su invito di Rispetto Bosio, per discutere dell’argomento.