Il Consiglio comunale di Bosio

Peggiorano i conti del bilancio e gli amministratori comunali pensano di risolvere la situazione con i nuovi loculi costruiti nel cimitero. La Corte dei conti del Piemonte ha nuovamente deliberato sul Comune di Bosio. Già nel 2021 era intervenuta imponendo di togliere dai residui attivi, cioè dai crediti esigibili, i 284 mila euro dell’Imu che il Comune intendeva incassare dalle dighe del Gorzente, richiesti a Mediterranea delle Acque-Iren, gestore dei laghi artificiali che danno acqua a Genova. I giudici avevano evidenziato che la cifra era oggetto di contenzioso davanti alla Corte di Cassazione, ancora in via di definizione, per cui nel bilancio andava tolta dai residui e doveva essere costituito un Fondo crediti di dubbia esigibilità. Si è così creato un disavanzo di 311 mila euro, che i bosiesi stanno coprendo con l’istituzione dell’addizionale Irpef, imposta istituita ad hoc. Ora una nuova tegola legata a fondi arrivati per l’emergenza Covid. Lo scorso maggio il Consiglio comunale aveva riapprovato il rendiconto del bilancio 2020 “a seguito di una rettifica dei vincoli apposti sulle entrate erogate dallo Stato per il Covid 19”: il disavanzo da 311 mila è diventato di 352 mila euro. Il piano di rientro per gli esercizi 2022 e 2023 è stato così cambiato: invece di 103 mila euro annui devono essere ripianati 123 mila euro. In totale, 40 mila euro in più che l’amministrazione comunale, come è stato spiegato nell’ultima seduta del Consiglio comunale, intende ripianare con la vendita dei loculi.

La Corte dei conti

Secondo la Corte dei conti, però, “il risultato di amministrazione è in ulteriore peggioramento a causa dell’omesso accantonamento a Fal”, cioè il Fondo anticipazione liquidità. Una situazione legata alle continue anticipazioni di tesoreria, cioè la richiesta di soldi alla banca di riferimento. “La suddetta anticipazione – scrive la Corte – veniva accertata e incassata dall’Ente nella misura di 44.058,88 euro tramite la stipulazione di due contratti del medesimo importo di 22.029,44 euro, uno con prima scadenza della rata il 31 maggio 2014 (totale 29 rate), l’altro con prima scadenza al 1° febbraio 2015 (totale 28 rate). Il Comune, tuttavia, non provvedeva ad effettuare alcun accantonamento al fondo anticipazione liquidità. A seguito di apposita richiesta istruttoria, con la quale questo ufficio chiedeva al Comune di esplicitare le ragioni del mancato accantonamento, l’ente si limitava a rispondere che non aveva accantonato nulla a titolo di FAL, che il residuo debito al 31.12.2020 era, complessivamente, di 38.451,27 euro e che l’ente stanzia nel bilancio di previsione le quote annue relative al rimborso della quota capitale e quota interessi”. Una spiegazione che non viene accolta dai giudici contabili, i quali ribadiscono che “il Comune di Bosio avrebbe dovuto accantonare a FAL le somme costituenti il residuo capitale delle anticipazioni ricevute; tale residuo ammonta, al 31 dicembre 2021, a 36.146,62 euro. Questo ufficio, pertanto, accerta il mancato accantonamento al FAL per 36.146,62 euro e un conseguente peggioramento del risultato di amministrazione nel rendiconto 2021. Il peggioramento del risultato di amministrazione comporta l’obbligo per l’ente di riformulare nuovamente il piano di rientro ex art. 188 TUEL per gli esercizi 2022 e 2023, considerato che l’esercizio 2021 si era già chiuso con il recupero previsto nel piano di rientro originario”.