Bpb service, fallimento milionario per la coop del tortonese Basiglio

L'azienda di facchinaggio dell'ex presidente del Cisa lascia una voragine di debiti verso lo Stato, le banche e i dipendenti

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tribunale di alessandria
Il palazzo di giustizia di Alessandria

Milioni di euro nei confronti dell’erario, esposizioni pesanti verso le banche, soldi dovuti anche ai dipendenti e ai fornitori. Il quadro che lascia la Bpb Service, l’ormai ex cooperativa di Tortona già operativa nell’Interporto di Rivalta Scrivia fondata da Sandro Basiglio, ex presidente del Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale del Tortonese (Cisa), Nino Borsani e Stefano Pancamo, è pesante. Il tribunale di Alessandria l’ha dichiarata fallita su istanza di un creditore il 18 luglio scorso.

Sandro Basiglio

La cooperativa di facchinaggio e pulizie lo scorso anno era finita sotto indagine da parte della Guardia di Finanza di Tortona per aver ricevuto fondi pubblici dal ministero dei Trasporti che dovevano essere utilizzati per organizzare corsi di formazione per i dipendenti della coop stessa, corsi che in realtà non si sarebbero mai svolti. Così, sono finiti nel registro degli indagati i tre fondatori, accusati di truffa ai danni dello Stato. Il giudice per le indagini preliminari aveva disposto, alla fine del 2016, il sequestro dei beni e dei soldi dell’azienda per oltre 257 mila euro. Provvedimento confermato sia dal tribunale del Riesame, sia la corte di Cassazione, alla quale si erano rivolti Basiglio e Pancamo, condannati a pagare anche le spese legali.

I tre fondatori sono finiti sotto indagine anche grazie al fatto che la maggior parte dei dipendenti della società, interrogati dalle Fiamme gialle, aveva escluso di aver mai preso parte ai corsi in questione, disconoscendo le firme sui registri di presenza dei corsi. Il sequestro potrebbe aver dato il colpo di grazia alle casse della coop, anche se risulta che la situazione finanziaria era già difficile in precedenza. Al momento della dichiarazione del fallimento, la Bpb risulta debitrice nei confronti dello Stato, tra Inps e direzione provinciale del lavoro di Alessandria e altre province per oltre 5 milioni di euro. Ci sono poi 1,7 milioni di euro di Iva non pagata almeno dal decennio scorso e debiti con le banche per qualche milione di euro. Un “buco” notevole che coinvolge, come si diceva, anche molti dei 400 soci dipendenti di qualche anno fa, poi ridotti negli ultimi anni. Il tribunale ha nominato come curatore fallimentare l’avvocato Angela Massa e fissato per il 15 novembre l’esame dello stato passivo. I creditori potranno insinuarsi nel fallimento nei trenta giorni precedenti la data dell’udienza.