Una manifestazione degli operai della Bundy negli anni scorsi

La proprietà scozzese della Bundy voleva ridurre di un terzo il numero dei dipendenti, tagliandone 47 su circa 150. La trattativa con i sindacati Fim, Fiom e Uilm e le Rsu aziendali ha ridotto gli esuberi a 21 fino alla fine del 2023, quando scadrà il contratto di solidarietà, ottenuto dai rappresentanti dei lavoratori durante il complicato confronto con Granholm Group. Gli scozzesi avevano annunciato il drastico taglio al personale lo scorso autunno, in vista della fine della cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione. Le motivazioni erano l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia e la guerra in Ucraina. E’ stata anche contrattata, aggiungono i sindacati, una buonuscita per chi ha perso il lavoro o per l’uscita volontaria: “La proprietà e la direzione si sono impegnate ad attuare una serie di investimenti per rilanciare il sito di Borghetto. Di questo, un vero e proprio piano industriale, chiederemo costantemente e tenacemente conto all’azienda”. I sindacati, da qui alla fine del 2023, cercheranno di “ridurre a zero, alla fine del percorso, gli esuberi temporaneamente congelati”, 26 lavoratori.